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Coronavirus Italia, Ricciardi: “Non ci sono le condizioni per riaprire le scuole. Zona rossa fino a metà gennaio…”

“Si possono riportare i ragazzi in classe solo con una circolazione bassa del virus, non con quella attuale. Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura”, ha commentato Walter Ricciardi.

Coronavirus Italia, Ricciardi: “Non ci sono le condizioni per riaprire le scuole. Zona rossa fino a metà gennaio…”

“Non abbiamo alternative, ammette in un’intervista a La Stampa, finché non siamo tutti o quasi vaccinati, l’unico modo per proteggerci è mantenere le stesse regole. E questo resterà valido anche per chi sarà immunizzato, come vale ora per chi è stato malato di Covid ed è guarito. L’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali. Anche la zona rossa ora in vigore andrebbe prolungata, almeno fino a metà gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi”, ha detto. “Se dal 7 gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica”. Sulla riapertura delle scuole, prevista il prossimo 7 gennaio. “So che è impopolare dirlo, ma non è il caso, si possono riportare i ragazzi in classe solo con una circolazione bassa del virus, non con quella attuale. Le scuole sono ambienti sicuri, ma è la situazione esterna a sconsigliarne la riapertura. Altrimenti rischiamo di richiuderle nel giro di poche settimane”. “Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche, aveva detto Conte. Ed ecco la replica di Ricciardi: “Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%. Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici”.

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