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Serie A, Galeone sugli allenatori del campionato: “Giampaolo? Come Sarri, gli manca la pazzia. Gasperini era rompiballe anche da giocatore. Su Gattuso…”

L’ex allenatore napoletano, intercettato dai microfoni dei quotidiani Il Mattino e Il Foglio, ha fatto un’analisi del massimo campionato italiano, commentando anche l’atteggiamento dei suoi colleghi a capo dei club.

Serie A, Galeone sugli allenatori del campionato: “Giampaolo? Come Sarri, gli manca la pazzia. Gasperini era rompiballe anche da giocatore. Su Gattuso…”

“Non è più un calcio offensivo. Cosa ci stanno a fare le porte se non si tira? Una volta avevo addirittura proposto di mettere il tempo a ogni azione in attacco come nella pallacanestro. Non mi piace vedere due difensori passarsi la palla nella loro area piccola. Rido quando i portieri toccano più palloni delle mezzali, anche perché spesso fanno delle puttanate incredibili: se dobbiamo giocare così, allora andiamo in campo senza portieri. Oggi c’è la moda delle percentuali. Sembra che il gioco si possa analizzare solo con i numeri: 8 passaggi sbagliati, 70 percento di possesso palla, 25 centimetri guadagnati rispetto all’anno prima… ma la partita va valutata nel suo complesso, non in questa maniera”. Giampaolo, Allegri, Gasperini, suoi ex allievi. “Marco oggi è un po’ troppo fossilizzato su certi principi. Gli manca la pazzia, per lui tutto deve essere perfetto. In questo assomiglia a Sarri, era quest’ultimo che all’inizio andava a vedere gli allenamenti di Marco, non viceversa. Max la follia ce l’ha e ce l’aveva anche quando giocava. Ha una lettura della gara spaventosa e la capacità di cambiare la partita da un momento all’altro. Piero Gasperini da calciatore era metodico e preciso, permaloso e rompiballe. Tatticamente in campo era fantastico, giocava sempre per la squadra e aveva una buona lettura della partita. Sapeva mettere tutti al loro posto sia in campo che in spogliatoio. Sono stato fortunato ad avere allenato giocatori così”. Sul Napoli e Gattuso. “Nella partita contro il Cagliari gli azzurri mi sono piaciuti tantissimo. Gattuso ha fatto la gavetta, a differenza di gente come Pirlo, è una persona che stimo. Anche se onestamente insiste un pò troppo per far partire il gioco dalle retrovie, cosa che non approvo. Napoli è l’unica scelta che non rifarei in tutta la mia carriera. Si è trattato di un errore di presunzione: andai in una squadra dalla quale Mazzone era scappato. Fu una follia. Sono nato a Bagnoli, dal momento che mio padre era ingegnere all’Italsider. Ho vissuto per sette anni a Napoli ed era il periodo della seconda guerra mondiale, c’erano i militari americani nei campi flegrei. Ricordo che andavo molto spesso al cinema. Maradona? Lo incontrai ad una cena alla Sacrestia, l’anno successivo al primo Scudetto. Diego mi disse ‘Lei deve essere il mio prossimo allenatore’”. Io avevo parlato con Moggi e sembrava tutto già deciso. Poi, alla fine decisero di tenere Bianchi e mandare via alcuni calciatori. Ci rimasi molto male. Ma l’importante era il rapporto con Diego. Quando con le mie squadra affrontavo Maradona non lo facevo marcare: volevo godermi le sue giocate! La sua morte è stata per me molto dolorosa”.

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