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Maradona, ci sono altri due indagati per omicidio colposo. Sale a sette il numero dei sospettati

Maradona
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Importanti sviluppi sulla vicenda, che prende sempre più i contorni di un giallo, dovrebbero arrivare nelle prossime due-tre settimane dopo la perizia sui cellulari di Diego (iniziata venerdì scorso) e dopo la nomina della commissione medica che a partire dal prossimo 8 marzo avrà il compito di valutare nel dettaglio eventuali responsabilità del personale medico specializzato.

Maradona, ci sono altri due indagati per omicidio colposo. Sale a sette il numero dei sospettati

Due nuovi indagati, per un totale dunque di sette già finiti nel mirino della giustizia. Le indagini della magistratura argentina, supportate dalle prove finora raccolte attraverso perquisizioni e perizie su cellulari, hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di altre due persone oltre alle cinque a cui era già stato notificato il provvedimento. Secondo quanto informato lunedì sera da fonti interne alla magistratura di San Isidro, nel fascicolo aperto per omicidio colposo sono stati aggiunti i nomi di Nancy Forlini, dirigente della compagnia assicuratrice che garantiva copertura medica al diez, e Mariano Perroni, impiegato della società che forniva il personale sanitario in servizio nell’abitazione in cui Diego si è spento.

Intanto le tre sorelle di Diego, Rita, Ana e Claudia, hanno presentato tramite l’avvocato Matias Morla (che negli ultimi anni era molto vicino al loro celebre fratello) un esposto alla magistratura contro la continua fuga di notizie sull’inchiesta in corso sulla fine dell’ex fuoriclasse, e in particolare contro il fatto che su molti organi di stampa vengano riportati dialoghi e commenti via chat WhatsApp fra le parti in causa, e il contenuto degli interrogatori. “E’ una cosa che ci fa stare male, in tutti i sensi, morale e psicologico”, è scritto nell’esposto presentato dalle sorelle di Maradona. “Sappiamo che nostro fratello ha dovuto pagare il prezzo di essere Maradona – è scritto ancora nell’esposto a cui ha avuto accesso il quotidiano sportivo Olé -, con la pubblicizzazione di ogni atto della sua vita di ogni giorno. Ora però vi chiediamo di fare tutto il possibile affinché il suddetto prezzo non lo continui a pagare anche la sua famiglia con sofferenza quotidiana”.

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