CORBO NAPOLI BENEVENTO – A Radio Marte, durante la trasmissione Marte Sport Live, è intervenuto Antonio Corbo, giornalista:
“Segnali positivi? Sono sempre molto prudente così come quando c’è da criticare. Non possiamo prescindere dagli avversari, ieri il Benevento era inguardabile. Ha portato due difensori esterni che non facevano bene la fase difensiva, a centrocampo erano molto lenti. Il Napoli è andato a nozze però ho visto delle cose oggettivamente positive. Ho visto ogni giocatore al suo posto, non si sono viste stravaganze come Elmas a galleggiare sulla fascia sinistra come contro il Granada. Ho visto una migliore condizione atletica, la squadra sta meglio. La crisi non era dovuta alle tensioni extra campo tra presidente e allenatore ma ad una somma di fattori quali condizione atletica scaduta, disordine tattico, tensioni inutili, Covid, infortuni ed altro. Spero che tutto questo sia passato. Seguirò con grande attenzione le prossime due gare (Sassuolo e Bologna, ndr).
Orsato? Dividiamo le cose. Per quanto riguarda l’apertura sono d’accordo. Queste confessioni non cambiano i risultati. Oggi sappiamo tutti che anche l’arbitro riconosce di aver commesso un errore e questo può farci piacere ma non succede niente. Il Napoli non ha vinto lo scudetto non per una decisione sbagliata di Orsato ma perché ha perso la partita di Firenze con Koulibaly che si fa espellere e con Sarri che ha sbagliato la contromossa. Ha tirato fuori Jorginho e non Callejon. Anche psicologicamente il Napoli non è stato caricato per reagire a questo risultato negativo del sabato sera.
Il calcio deve scorrere in un certo modo. Già l’istituzione della VAR è stata molto importante. Spesso la televisione ci fa vedere quei 3 cm che ci dicono che era fuorigioco e si eliminano discussioni che durano per una settimana. Il calcio va quindi per la trasparenza e la chiarezza.
Bisogna lasciare che gli arbitri si consultino tra di loro e che arrivino alla decisione più corretta e giusta. Non dobbiamo ascoltare quello che si son detti, sarebbe come ascoltare quello che dicono i giudici nella camera di consiglio.”
Giovanni Maria Varriale
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