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Arbitri, Moggi: “Sarebbe interessante sapere cosa pensa Rizzoli di tante cose successe ai suoi tempi. Mi pento di…”

Luciano Moggi

Luciano Moggi, ex dirigente Juve, nella consueta rubrica settimanale che gestisce sul quotidiano Libero, ha risposto per le rime l’ex arbitro Nicola Rizzoli, che ha concesso ieri un’intervista al Corriere dello sport, pronunciandosi anche su Calciopoli (Calciopoli ci ha fatto molto male, rimettersi in piedi è stata durissima. Ricostruire un rapporto di fiducia con la gente, convincere gli appassionati che si era fatta pulizia, questi erano gli imperativi immediati. Qualche scoria ce la portiamo ancora addosso, ingiustamente, ha dichiarato Rizzoli, ndr).

Arbitri, Moggi: “Sarebbe interessante sapere cosa pensa Rizzoli di tante cose successe ai suoi tempi. Mi pento di…”

Rizzoli avrebbe ragione, dice, se qualche arbitro “fosse stato condannato per aver aiutato la Juve”, ma visto che così non è stato, “non è dato sapere di quale danno stia parlando il designatore. Anzi, lui è stato anzi uno di quelli che ne ha tratto vantaggio perché la sua carriera è stata accelerata a scapito di colleghi prima indagati e poi assolti per non aver commesso il fatto. E di questo deve ringraziare soprattutto l’ex magistrato Palamara. Parlando poi della pulizia fatta nell’ambiente, Rizzoli dimentica che, per molto tempo, proprio in quell’ambiente ha trovato collocazione Cristiano Copelli, prima da assistente e, dopo le dismissioni, addirittura da designatore degli assistenti di B. È l’uomo che le cronache recenti ci raccontano aver truffato lo Stato per milioni con il Gratta e Vinci, colui che, in piena attività arbitrale, andava dicendo a Mantova (dove abitava) che, fino a quando avesse arbitrato lui, la Juventus avrebbe faticato a vincere. È infatti quello che non sbandierò un rigore netto e fece annullare un gol valido alla Juve a Reggio Calabria. È colui che qualche mese dopo, a Torino contro l’Inter, annullò un gol valido di Trezeguet e fece perdere la Supercoppa ai bianconeri. Però, alla luce di quanto emerso sul suo conto, mi pento di non averlo chiuso veramente perché gli avrei almeno impedito di frodare lo Stato per tanti milioni. Durante la sua attività è stato fermato dall’Aia per tre mesi perché sorpreso a parlare al telefono con Meani, dirigente del Milan. Collina invece, per gli stessi motivi, non è mai stato fermato, anche se passava addirittura le giornate al telefono con Meani e Carraro non è mai stato fermato quando diceva al designatore di aiutare Fiorentina e Lazio perché impelagate nella lotta per la retrocessione. Siccome domandare è lecito e rispondere è cortesia, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Rizzoli di queste cose accadute ai suoi tempi, ancor prima di parlare di pulizia, peraltro mai avvenuta visto che tutti rimasero ben saldi ai loro posti”, conclude Moggi.

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