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Dalla Spagna, la Var centralizzata che piace all’Italia: alla scoperta de Las Rozas

Arbitro VAR

“Siamo orgogliosi di essere presi a modello”, dichiara a Gazzetta Carlos Velasco Carballo, ex arbitro internazionale che dal maggio 2018 dirige il CTA, Comité Técnico de Árbitros: “Abbiamo ricevuto la visita di tantissime federazioni del mondo, interessate a vedere con i propri occhi come funziona il nostro sistema”. LA FIGC con la Lega Serie A discuterà infatti martedì prossimo in assemblea dell’argomento e di quanto sia vicino l’accordo (già c’è la sede, Lissone, in Brianza) con la nuova formula.

Dalla Spagna, la Var centralizzata che piace all’Italia: alla scoperta de Las Rozas

“In Spagna dall’inizio del progetto Var si è optato per un’esecuzione centralizzata del sistema e ora, siamo alla terza stagione, a Las Rozas abbiamo 12 sale Vor che possono lavorare in contemporanea. La scorsa stagione per le due ultime giornate di campionato abbiamo avuto 11 incontri che iniziavano alla stessa ora. Facciamo quasi 900 partite all’anno visto che copriamo Liga e Segunda, 21 per ogni fine settimana, in 42 stadi diversi. L’esperienza è molto positiva e siamo assolutamente soddisfatti della nostra installazione, riteniamo che sia un esempio a livello mondiale. La cosa permette naturalmente di ridurre in maniera significativa il numero di viaggi e spostamenti dei nostri arbitri. Cosa che consideravamo rilevante già senza il Covid e che è diventata fondamentale con lo scoppio della pandemia. Arbitri e operatori non devono andare in giro per tutta la Spagna, e il numero di chi è impiegato in sala Vor si riduce, perché tanto gli operatori come gli arbitri in un fine settimana, o anche in uno stesso giorno, possono fare più partite, cosa impossibile viaggiando. E poi il sistema è stabile, non deve essere spostato continuamente, tema spesso problematico e con qualche rischio a livello tecnico. E da ultimo il tema della comodità: a Las Rozas gli arbitri possono riposare, prendersi un caffè all’intervallo e dormire dopo aver fatto una partita, e lavorano in condizioni ambientali decisamente migliori rispetto a quelle offerte, per dire, da un furgone piazzato nel parcheggio di uno stadio”.

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