Non è stato facile rivedere Osimhen in campo, con convinzione e totalmente recuperato. L’infortunio e la successiva positività al Covid-19 hanno costretto il nigeriano a stare molto tempo lontano dal rettangolo verde e da quella forma fisica che invece il Napoli, per questa stagione, si attendeva. L’acquisto più oneroso per il club azzurro, Victor Osimhen è giunto a Napoli portando con sé le speranze di una svolta e di un salto di qualità che sappia di definitivo.
CdS – L’importanza di aver ritrovato Osimhen: ha ribaltato le gerarchie in attacco
La lunga assenza ha irrimediabilmente compromesso il tanto agognato corso degli eventi. Dopo un’inizio esplosivo, sin dalla prima giornata di campionato, contro il Parma, l’ingresso di Victor Osimhen aveva mostrato la potenzialità del giovane nigeriano, capace di creare profondità e movimento. La sua entrata, al Tardini, nella ripresa, ha effettivamente propiziato le due reti di Mertens e Insigne. In gol anche nell’ultima di campionato, a Genova, contro la Sampdoria di Ranieri, ma soprattutto come titolare.
La svolta a Torino: “la dimostrazione di efficienza e faccia tosta”
L’edizione odierna de Il Corriere dello Sport si sofferma proprio sul numero 9 del Napoli, esaltando l’importanza di averlo ritrovato, recuperato del tutto. Il merito di Victor Osimhen è stato quello di ribaltare le gerarchie in attacco, posizionando Dries Mertens in panchina. Il belga era stato titolare nel big match all’Allianz Stadium, contro la Juventus, ma il suo attacco era risultato poco convincente e al 54esimo il nigeriano aveva preso il suo posto. In campo, la “dimostrazione di efficienza e faccia tosta” che Osimhen ha portato con sé. La chiara “capacità di modificare l’inerzia di una partita apparentemente chiusa”.
Emiliana Gervetti
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