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Carraro: “SuperLega? Fondamentale la contestazione dei tifosi, hanno difeso le competizioni nazionali! Anche la UEFA ha perso, ecco perché…” [ESCLUSIVA]

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A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Franco Carraro, ex presidente di Lega e Federazione.

Carraro: “SuperLega? Fondamentale la contestazione dei tifosi, hanno difeso le competizioni nazionali! Anche la UEFA ha perso, ecco perché…” [ESCLUSIVA]

Ecco le parole di Franco Carraro: “SuperLega? Voglio fare una premessa: dobbiamo una certa gratitudine a questa vicenda perché, almeno per 48 ore, si è parlato più di questo che del Covid-19. A parte gli scherzi, credo che è importante tenere in considerazione che questo progetto è stato ideato nel 1996, anno in cui ci fu una proposta simile che diede vita al cambio della formula della Champions League. Tutti dicono che il Mondo cambierà dopo il Covid e penso che anche il calcio cambierà.

La cosa positiva di queste giornate è questa: i tifosi hanno fatto capire con chiarezza che le competizioni del calcio sono delle manifestazioni sportive dove il risultato è la cosa decisiva. Hanno reagito così anche per difendere i campionati nazionali. L’aspetto primario della Superlega sarebbe stato quello di ridurre il valore dei campionati nazionali. Essi sono un patrimonio e non vanno sottovalutati. Durante la settimana poi si fanno le coppe internazionali che devono basarsi sui risultati dei campionati nazionali, poi sul resto fanno quello che vogliono. I due principi sono: campionati nazionali che fungono da passaporto per le competizioni internazionali. Se si fosse realizzata la SuperLega, il campionato italiano sarebbe diventato inutile. E’ difficile pensare che l’Inter perda lo Scudetto ora, quindi le altre non avrebbero avuto stimoli a giocare.

La UEFA ha perso completamente la battaglia inaugurata 12 anni fa con il fair play finanziario: ha messo in vita un meccanismo in cui nessuno ha ancora capito nulla. Rispetto a 12 anni fa gli stipendi sono aumentati e anche i debiti sono aumenti. Bisogna quindi ridiscutere il fair play finanziario. Non si può reggere più un sistema del genere. Dopo fatto questo si potrebbe fare un maxi prestito per riuscire a sanare i conti di qualcuno.

La globalizzazione, che ha toccato anche il calcio con tanti aspetti positivi, ha cambiato diversi parametri. Il calcio ha sempre avuto l’abitudine di spendere più di quanto incassava, ma ora le cifre stanno diventando incontrollabili. Nei tempi in cui io ero presidente del Milan negli anni ’60, il giocatore più pagato non arrivava ai 35 milioni all’anno di lire. Adesso molti calciatori guadagnano 20 volte rispetto ad un super manager”.

Antonio Del Prete

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