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Governo, “Rivoluzione green e transizione ecologica”: bozza del Recovery da 191,5 miliardi

A Palazzo Chigi la riunione del premier Mario Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco con i capidelegazione e i ministri coinvolti sul dossier Recovery. Sul tavolo la bozza del Pnrr che dovrebbe arrivare domani in Consiglio dei ministri. Lo riporta l’Ansa.

Governo, “Rivoluzione green e transizione ecologica”: bozza del Recovery da 191,5 miliardi

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza ammonta complessivamente a 221,5 miliardi, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi di fondo complementare. E’ quanto emerge dalle tabelle inserite nel documento che il Cdm dovrebbe esaminare. Sei le missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi; rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 mld; istruzione e ricerca con 31,9 mld; inclusione e coesione con 19,1 mld; salute con 15,6 mld.

Nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto grazie agli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, si legge ancora nella bozza messa a punto in vista del Cdm. La crescita media del Pil tra il 2022 e il 2026 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al periodo 2015-2019. Viene indicato l’obiettivo di incrementare la produttività attraverso innovazione, digitalizzazione, investimenti in capitale umano.

Le sei missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza saranno accompagnate anche da due riforme strutturali della giustizia e della Pubblica amministrazione, prevede una bozza elaborata in vista del Consiglio dei ministri. Nella bozza vengono citate altre riforme giudicate “abilitanti”, come le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni e interventi sul codice degli appalti. Il governo pensa anche a “riforme settoriali specifiche come nuove regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul contratto di programma per le Ferrovie”.

Per quel che riguarda la governance del Pnrr, c’è la “responsabilità diretta delle strutture operative coinvolte: ministeri ed enti locali e territoriali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati e la gestione regolare corretta ed efficace delle risorse”, si legge in una bozza di presentazione del Pnrr. “Monitoraggio, rendicontazione e trasparenza”, si legge, saranno “incentrate al Ministero dell’economia che monitora e controlla il progresso dell’attuazione di riforme e investimenti e funge da punto di contatto unico per le comunicazioni con la Commissione Ue”.

La quota più alta dei 30 miliardi del fondo ‘extra’ Recovery andrebbero a rimpinguare la missione “Rivoluzione green e transizione ecologica”: al green, secondo quanto si legge nella bozza, andrebbero quasi 12 miliardi, (11,65) di cui 8,25 per il Superbonus. Le cifre sono ancora oggetti di limature. Altri 6,13 miliardi spetterebbero rispettivamente a digitale e mobilità (dalla banda larga e il 5G che prendono 1,4 miliardi a un sistema di monitoraggio da remoto di ponti, tunnel e viadotti che guadagna 1,15 miliardi), 3,25 miliardi andrebbero a progetti legati alla missione “Inclusione e Coesione” e 2,89 alla sanità.

Il nuovo Piano nazionale di ripresa e resilienza conferma 19,72 miliardi per la sanità, si apprende da fonti ministeriali. In totale sarebbero previsti 15,62 miliardi nel Pnrr, più 1,71 miliardi di React Eu, più 2,39 miliardi nel fondo complementare.

Crescono le risorse per l’istruzione e la ricerca, nella nuova bozza del Piano nazionale di rilancio e resilienza. E’ quanto emerge da un confronto tra le cifre della precedente bozza del Pnrr e la nuova tabella, distribuita ai ministri. Nel precedente Pnrr, del valore complessivo di 210,9 mld, le risorse per l’istruzione ammontavano a 26,66 miliardi. Nella nuova bozza, del valore di 191,5 mld, all’istruzione vanno invece 31,9 miliardi, di cui 24,1 miliardi per nuovi progetti e 7,7 miliardi per progetti in essere.

Uno schema molto articolato, che conferma 6 missioni e 16 componenti per il Recovery Plan: è quello che emerge dalla bozza e delle nuove tabelle. A differenza della vecchia bozza vengono individuati 39 assi su cui sviluppare gli interventi (prima erano “linee” ed erano 48), che a loro volta si suddividono in 135 investimenti e 7 riforme. Tra queste 3 riguardano la pubblica amministrazione (trasformazione, accesso e competenze), poi c’è la riforma del sistema della proprietà industriale, quella della formazione obbligatoria per la scuola, le politiche attive del lavoro e la riforma della medicina territoriale.

Dalla proroga del superbonus al 2023 come “elemento essenziale” per la valutazione del Pnrr a documenti puntuali che verifichino le progettualità nel dettaglio: sono queste – a quanto si apprende da fonti di governo del Movimento – le proposte che il M5S ha portato questa mattina al vertice di Palazzo Chigi sul Recovery Plan. Attenzione ai giovani, alle donne e al Sud sono altri punti richiesti dal M5S, assieme a un passaggio parlamentare sul Piano che sia formale ma con un “reale coinvolgimento”. Nel capitolo progettualità, tra le richieste, emergono il “no” agli inceneritori e l’ok all’idrogeno verde.

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