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Scuola, Bianchi: “Stiamo ragionando sulla stabilizzazione precari. La pandemia ha accentuato diversità”

“Abbiamo il tema del transitorio: come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità: su quasi 700 mila posti comuni, abbiamo oltre 200 mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse: la cosa sbagliata e trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all’interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi stamane in audizione davanti alle Commissioni Istruzione e Cultura di Camera e Senato.

Scuola, Bianchi: “Stiamo ragionando sulla stabilizzazione precari. La pandemia ha accentuato diversità”

“Il Mef ci ha riconosciuto gli organici del passato e ha dato qualcosa in più. Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400 mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di docenti per avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare tot docenti, tot studenti. Abbiamo bisogno anche di più dirigenti i dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale. La pandemia come choc esterno ha esasperato le diversità e messo a nudo delle situazioni non più sostenibili come il diritto allo studio: abbiamo un indice insostenibile di dispersione scolastica. C’è una dispersione esplicita, di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate. Dobbiamo iniziare fin dall’estate a fare un ponte verso l’anno prossimo usando fondi già in carico al ministero, 150 milioni. Altri 320 milioni li metteremo a disposizione per una struttura di supporto che dall’estate si proietti all’anno prossimo: inizieremo ad avere una scuola più aperta e interattiva col territorio, come parte di una nuova fase di scuola. Altri 40 milioni li dedichiamo alla povertà educativa” con progetti che “si rivolgono alle aree periferiche e marginali: è una azione che va vista nella logica di un riequilibrio”.

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