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Udinese, Pozzo festeggia gli 80 anni e rilancia: “Voglio il club in Europa. De Paul? Se vuole…”

UDINE, ITALY - MAY 15: Gianpaolo Pozzo (C) President of Udinese with Giovanni Pasquale (R) and Maurizio Domizi (L) after the Serie A match between Udinese Calcio and Carpi FC at Stadio Friuli on May 15, 2016 in Udine, Italy. (Photo by Dino Panato/Getty Images)

Giampaolo Pozzo, nel giorno del suo compleanno, non può trascurare la creatura che gestisce da oltre trentacinque anni. Il patron dei friulani ha parlato nel corso di un’intervista al Corriere della Sera tornando anche sul futuro del pezzo pregiato del suo team, il capitano Rodrigo de Paul.

Udinese, Pozzo festeggia gli 80 anni e rilancia: “Voglio il club in Europa. De Paul? Se vuole…”

“Una dedica per il mio compleanno? Che ho vissuto bene, ho lavorato molto e mi è piaciuto vivere. Nella mia famiglia, in questa città e in buona parte del mondo. Se andiamo nel particolare, i miei dirigenti mi hanno detto che l’Udinese è la squadra che dà più giocatori alla Nazionale argentina, ben quattro: Molina, de Paul, Pereira e Musso. Tutti vogliono de Paul? Noi non abbiamo necessità di vendere. Deciderà lui. Ma se volesse restare sono pronto a rivedere il suo contratto”, ha ammesso Giampaolo Pozzo, che festeggia le ottanta primavere oggi. Il capitano argentino è ambito da moltissimi club (anche il Napoli) e al patron friulano – che non ha alcuna necessità di vendere i suoi pezzi pregiati – farebbe molto piacere se Rodrigo emulasse un suo celebre predecessore: “Antonio Di Natale è stato il migliore in assoluto. Mai capitato uno che rinuncia a giocare in una grande squadra per rimanere con noi. Avevo in stanza il suo procuratore, Carpeggiani, che era venuto a portare l’offerta della Juve e a chiudere. Di Natale mi guardò e disse: presidente, se posso resto. E io quasi commosso risposi, avanti”. La sua carriera ultra trentennale nel calcio: “L’ambiente è complesso, ci sono interessi paralleli difficili da controllare. Nella vita si lavora per affermare se stessi e mettersi alle spalle l’avversario. Nel calcio devi conciliare le tue vittorie con le sconfitte degli altri perché il movimento è comunque comune. Lo sconfitto ha bisogno del vincitore e viceversa. Da soli non esistiamo.”

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