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Coronavirus Italia, positivi ai tamponi ma latitanti: in fuga dalle Asl per non rovinarsi le vacanze

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Numeri di telefono falsi, indirizzi inventati di sana pianta oppure, senza industriarsi troppo, la banale irreperibilità dello squillo a vuoto.

Coronavirus Italia, positivi ai tamponi ma latitanti: in fuga dalle Asl per non rovinarsi le vacanze

Nel campionario dei “furbetti” Covid, ecco una nuova figura decisamente pericolosa: i contagiati irreperibili. Positivi, ma irrintracciabili. Imboscati e latitanti per salvare le vacanze. Inseguiti dalle Asl a colpi di chiamate senza risposta. Solo a Roma e provincia se ne contano 250 da inizio agosto. Circa 30 casi di positivi introvabili sono stati segnalati a Capri, 20 nel Salento, svariati a Rimini, ma anche in Abruzzo e in Sicilia. “Nell’Asl Roma 3 abbiamo avuto 160 casi”, commenta Stefania Iannazzo, capo del Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica). “Noi ne abbiamo avuti 50”, confida il direttore del Sisp dell’Asl Roma 1, Enrico Di Rosa. L’identikit: “Sono soprattutto persone che fanno il test rapido in farmacia e poi, quando ottengono il referto positivo, staccano il telefono, per evitare di fare il molecolare di conferma. L’unico tampone che vale a livello diagnostico per dichiarare la positività al Covid”. Provano a scansare la quarantena e andare in ferie come nulla fosse, sperando di cavarsela con un non lo sapevo. Non sempre i controlli sono stringenti, tutt’altro, soprattutto nelle grandi città. Quando le Asl segnalano i nomi, poi si rischia una sanzione amministrativa (dai 400 ai 3mila euro). Ma qualcuno si è ritrovato i poliziotti sotto casa.

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