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Aic, Calcagno: “Il decreto crescita penalizza il mercato. Uno sciopero dei tesserati? Non è in cantiere”

Calcagno

La normativa che va sotto il nome di Decreto Crescita, ovvero la concessione a società di calcio (e non solo) di pagare ingaggi netti più alti a calciatori e allenatori provenienti dall’estero a parità di lordo, è a rischio. Difatti, la sessione estiva 2021 potrebbe essere stata l’ultima ad usufruire di questa possibilità, visto il dibattito in corso.

Aic, Calcagno: “Il decreto crescita penalizza il mercato. Uno sciopero dei tesserati? Non è in cantiere”

Tra i vantaggi c’è ovviamente la possibilità di attrarre campioni in Serie A (vedi Ronaldo per la Juve, o Lukaku per l’Inter, per citarne alcuni). Tuttavia, diverse squadre Primavera hanno acquistato diversi atleti stranieri, a discapito di quelli italiani: ecco perché l’Aic, capeggiata da Umberto Calcagno, ha chiesto al Governo di cancellare questa normativa.

“Ci stiamo interessando da tempo del problema ed è un problema di sistema – ammette Calcagno, intervenuto stamane ai microfoni di Radio Punto Nuovo -. Il grande exploit fatto dalla Nazionale agli Europei ci dimostra quanto sia importante avere vivai nazionali di livello. Abbiamo tante leggi e risorse per il nostro mondo proprio per l’utilizzo dei calciatori selezionabili. Dall’altro lato, è giusto preservare il livello delle competizioni. Non vogliamo impedire che il grande calciatore possa venire in Italia, ci interessa che, ad esempio, anche il mercato in Serie B possa vedere percentuali di stranieri ben superiori ai campionati scorsi. Nessuno vuole contrastare la libera circolazione degli stranieri ma c’è una norma che oggettivamente crea un risparmio fiscale tale da falsare il nostro mercato, non solo a scapito degli italiani, ma anche degli stranieri che già sono in Italia”. Calcagno ha poi aggiunto che uno “sciopero dei calciatori non è in cantiere: c’è un’interlocuzione con le autorità governative per riequilibrare le storture menzionate”.

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