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Napoli, Spalletti: “Insigne e Fabian stanno bene. Emergenza? La rosa è di un certo livello. Sarri avversario difficile”

Spalletti

“Tanti infortuni? Tutto sommato va bene, però ci sono da fare precisazioni. Innanzitutto la rosa è di un certo livello e anche nelle prime partite con Mertens fuori hanno giocato gli stessi per due o tre partite e abbiamo fatto ciò che volevamo, poi è chiaro che attraverso queste risposte si dà una certa impronta al cammino che vogliamo fare. Noi non abbiamo da dimostrare niente, non dobbiamo innervosirci, dobbiamo lavorare in modo corretto e serio ogni giorno, quello trova la soluzione a tutto, proseguire il nostro metodo e ogni volta metterci qualcosa in più. I livelli fanno la differenza.” Parla di livelli e tanto altro, Luciano Spalletti in conferenza stampa di vigilia contro la Lazio attesa domani in un Maradona formato “Maradona”. Il tributo, il cordoglio per il campione a un anno dal suo saluto alla terra vede uno stadio contornato di vessilli e striscioni che lo ricorderanno. A partire dal campo.

Napoli, Spalletti: “Insigne e Fabian stanno bene. Emergenza? La rosa è di un certo livello. Sarri avversario difficile”

“Tutte le volte bisogna arrivare ad essere un livello superiore rispetto a quello proposto la volta prima senza lasciarci coinvolgere da polemiche – continua l’allenatore azzurro, che continua nel suo ruolo di pompiere, buttando acqua sul fuoco delle critiche -. Chiaro che in tutto questo, se poi andiamo lì a giocare la partita con lo Spartak sapendo del clima sia meteo che nello stadio e poi prendiamo gol dopo 30 secondi, il primo che deve fare un esame se ha lavorato bene sono io. A volte è meglio un silenzio che frasi fatte senza andare ad avere la responsabilità che si deve avere in partita. Che peso ha la gara con la Lazio? Assume un peso diverso perché veniamo da risultati che non sono quelli che avremmo voluto, davanti abbiamo una squadra che è del nostro livello, fa parte delle sette proprietà del condominio, dobbiamo sempre però prestare continua attenzione, renderci conto del calcio che abbiamo proposto e di dove vorremmo andare a portarlo. Lavorare in maniera corretta e seria giorno dopo giorno senza lasciarci ribaltare da un risultato. Insigne e Fabian sono a completa disposizione. Hanno svolto l’intera seduta in gruppo e con grande intensità. Bisogna stare attenti alla linea sottile tra propongo qualcosa di diverso e creo un po’ di confusione dentro la squadra, ma il mio discorso e il mio sguardo va sempre al di là del recinto, se si guardano le squadre europee forti sanno adattarsi, ci mettono di più nelle partite. La costruzione a 4 o a 3 non fa trovare la stessa misura nelle pressioni degli avversari, è diverso, però poi c’è il rovescio della medaglia, bisogna stare attenti a non smarrire convinzioni e sicurezze”.

Su Maradona. “Diego è sempre nei pensieri dei calciatori, che vorrebbero emularlo. Non importa sapere se è stato un buono o cattivo esempio o il miglior numero 10 del calcio, quello che è fondamentale è sapere il vuoto che ha lasciato quando è venuto a mancare, la sensazione di vuoto, di spazio lasciato al niente, perché è stato uno smarrimento totale che non si era mai visto nella storia del calcio e probabilmente quando si parla di Maradona, parlare di storia del calcio è riduttivo. Per me è stato il più grande di tutti. Ci ho giocato una volta contro e me lo ricordo bene. Per capire la profondità della sua anima non va guardato nemmeno quando giocava a calcio, ma va ascoltato quando cantava. Le persone più umili e normali che hanno lavorato con lui, come le ha fatte sentire del suo livello, quella è la grandezza, di riuscire a far diventare grandi tutti quelli che gli erano vicino”.

Sarri, Osimhen e Mertens “di nuovo” centravanti. “Sarri è un avversario difficile perché qui lo hanno visto come da altre parti come sia bravo ad organizzare il gioco di squadra e nel mantenere la squadra corta e nel fare la ragnatela di passaggi stretti e acchiappare subito la posizione e lo spazio in campo. La percezione di dove si può andare a far male. Loro stanno anche bene per quello che si è visto in Russia, sarà una partita vera, di livello. Osimhen è un calciatore unico, completo. Si può migliorare un po’ la tecnica, raffinarla, ma le altre caratteristiche le ha tutte, difficile trovarne altri. Mertens sotto la tecnica e le scelte di posizionamento non ne sbaglia una, se deve fare uno strappo di 70 metri è diverso da Osimhen, come sui colpi di testa, o bloccare una palla, ma se gli capita al limite dell’area mette la palla dove vuole sempre. Fondamentale è che si riesca ad essere al top per la qualità che si ha in campo. Petagna uguale. Siamo assortiti bene in quanto ad attaccanti. Continuiamo a lavorare correttamente senza perdere di vista i nostri obiettivi. Mertens è uno di quelli che non ha tanti problemi nella confidenza con la casina. Sa fare benissimo il ruolo del 4-2-3-0, ho l’attaccante e non ce l’ho più dove è andato a finire non lo trovo più. Altri hanno caratteristiche che li vedi, li tocchi e ti danno più riferimento. Apro una parentesi: Messi, Ibra, Ronaldo, quando lo domandi al centrale difensivo chi preferiresti marcare, quasi tutti ti rispondono che preferiscono il più grosso e visibile, non quello più piccolo, che non trovi. Sono due situazioni tutte e due difficili e redditizie, dipende. Speriamo che Mertens funzioni, avendo l’allenatore che gli ha insegnato questo ruolo, per lui diventerà più facile metterlo in pratica”.

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