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Vaccini Italia, Figliuolo: “Booster a 4 mesi mi sembra scelta equilibrata”

Dal 10 gennaio booster a 4 mesi. Mi preoccupano ancora – insiste il generale Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid – quei 5 milioni e 750 mila italiani che non hanno ancora avuto alcuna dose. Scatterà dunque dal prossimo 10 gennaio l’avvio delle somministrazioni dei richiami (booster) con un intervallo ridotto a 4 mesi dalla seconda dose.

Vaccini Italia, Figliuolo: “Booster a 4 mesi mi sembra scelta equilibrata”

“Darà un ulteriore impulso alla campagna; stiamo correndo per cercare di arginare la variante Omicron – dice -. Mi preoccupano ancora gli indecisi, un po’ di milioni di persone che potrebbero dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti”. “Mi preoccupano ancora – insiste il generale Figliuolo – quei 5 milioni e 750 mila italiani che non hanno ancora avuto alcuna dose. Siamo quasi al 90% tra prime dosi e guarigioni da almeno sei mesi, però in quella fascia, specie tra i 30 e i 59 anni, ci sono ancora un po’ di milioni di persone che potrebbero essere raggiunte dalle inoculazioni e potrebbero anche loro dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti”.

“La Omicron è molto più contagiosa rispetto alla Delta, qualcuno dice fino a cinque volte, fortunatamente per ora non si stanno avendo evidenze cliniche di gravità, però è chiaro che chi ha fatto la vaccinazione completa e soprattutto chi ha fatto il booster è molto coperto rispetto alla Omicron. Non vediamo per ora in persone che hanno fatto il booster ospedalizzazioni o effetti nefasti”.

“Credo che anticipare la terza dose a quattro mesi dal 10 gennaio sia per ora una scelta equilibrata, ma non mi sento di escludere alcunché. Abbiamo visto come si muove questo virus con le sue varianti e che ciò che uno dice oggi, domani l’evidenza sul campo la può cambiare”, ribadisce il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, in occasione della visita all’hub vaccinale pediatrico allestito a Torino dalla Compagnia di San Paolo. “Se dovremo correre di più lo faremo, ma ci vuole anche cautela, per cui credo che la scelta di anticipare la terza dose a quattro mesi – ribadisce – sia equilibrata”.

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