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Perchè la Dy-Lu-La è un sogno nerazzurro impossibile

Lukaku inter

Più che un sogno d’una notte di mezza estate quello dell’Inter che vorrebbe inaugurare già a inizio luglio un nuovo parco giochi chiamato Dy-Lu-La è un sogno di fine primavera, anche se non sembrerebbe considerando le temperature torride di questi ultimi giorni a Milano. Un parco giochi dove tutti si divertirebbero, non solo i diretti interessati, Dybala, Lukaku e Lautaro, ma anche gli stessi tifosi interisti. Peccato però che non succederà, perché i nerazzurri difficilmente metteranno le mani sia sul belga sia sull’argentino. Se l’affare Dybala è quasi certo, visto che le parti dopo un inizio non semplicissimo si stanno avvicinando sempre più, quello che ha per protagonista il grande ex risulta piuttosto complicato nonostante le aperture del Chelsea. Da quel che si sa oggi per ottenerlo in prestito, ovviamente non a titolo gratuito, sarebbe necessario sacrificare Dumfries, che i Blues valutano 40 milioni di euro circa. Non solo, per tornare a vestire nerazzurro Lukaku dovrebbe ridursi e di tanto lo stipendio, quasi della metà. A parole il belga parrebbe anche disposto a farlo, perché l’Inter per lui è la scelta giusta, ma sarà vero? Ammettendo per assurdo che tra poche settimane la Dy-Lu-La vedrà davvero la luce, ci sarebbero comunque alcune problematiche insormontabili di natura tecnico-tattica che farebbero sperare nell’arrivo o di Big Rom o de La Joya.

Una squadra troppo sbilanciata in avanti e non solo

Se invece arrivassero entrambi, è quasi certo che Dybala, Lukaku e Lautaro difficilmente potrebbero coesistere, perché quest’Inter risulterebbe troppo sbilanciata in avanti. Nessuno dei tre campionissimi rientrerebbe infatti a difendere, e questo sarebbe un grosso problema, perché Barella e Brozović sono sì giocatori fortissimi ma non possiedono ancora il dono dell’ubiquità! Risultato: nerazzurri devastanti dalla trequarti in su ma facilmente perforabili dalla trequarti in giù. Subire goal per la Beneamata, insomma, sarebbe scontato. E poi, come schierarli? Forse Lukaku prima punta, Dybala seconda punta e Lautaro trequartista? Ma il Toro non ha le caratteristiche di Sánchez o di Džeko, i quali amano spesso rientrare per farsi dare il pallone per poi imbeccare i compagni. E se invece Dybala e Lautaro agissero sulla fascia con Lukaku prima punta? Nemmeno, perché i due argentini non saprebbero come muoversi, non essendo attaccanti alla Insigne. Un bel rebus tattico che non trova alcuna soluzione, a meno di lasciare di volta in volta uno tra Big Rom, La Joya e il Toro in panchina. Allora sì che l’attacco funzionerebbe alla grande. Ma è davvero possibile che in quel caso non nascano malumori? Si sta pur sempre parlando di tre top player che pretendono di giocare sempre. Certo, se Dybala, come è già capitato lo scorso anno, qualche volta risultasse indisponibile…

Il prossimo scudetto sarebbe già nerazzurro? Sì, fantasticando

Per tutte le motivazioni sopra esposte la Dy-Lu-La sembra essere soltanto un sogno impossibile, considerando che le probabilità che questo terzetto si formi sono basse. Certo, fantasticando su un attacco del genere, l’eventuale vittoria dello scudetto non potrebbe definirsi di certo come una vittoria inaspettata, come quella del Leicester di Ranieri in Premier League oppure quella della Danimarca che negli anni ’90 si aggiudicò l’Europeo, date le qualità tecniche della rosa. Ad ogni modo andrebbe comunque ad aggiungersi alla folta schiera di trofei della squadra nerazzurra, che da qualche anno a questa parte sta ritrovando una certa coesione e autorevolezza a livello nazionale e non solo. Il periodo nero durante il quale questo prestigiosissimo club non conquistava mai nulla è alle spalle da tempo.

Un tango tutto argentino in attacco

Alla fine è probabile che in casa interista il prossimo anno ci sarà una nuova coppia d’attacco, e non un tridente, quella formata da Dybala e Lautaro. I due argentini sulla carta sono un bel mix di velocità, tecnica e imprevedibilità, quella che servirebbe all’Inter per riprendersi lo scudetto scivolato via la scorsa stagione forse più per demeriti propri che per meriti del Milan.