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Kvaratskhelia: “A Napoli vivono di calcio, la gente mi incoraggia! Spalletti fantastico, siamo una grande famiglia”

“I tifosi del Napoli mi incoraggiano molto. Le persone vogliono foto, autografi, mi dicono cose affettuose. È una grande responsabilità per me ricevere così tanto amore. Sento di doverlo restituire allo stadio. Faccio di tutto per renderli felici”. Khvicha Kvaratskhelia si è raccontato in una lunga intervista per un documentario apparso sui social sul canale Crocobet. 

Kvaratskhelia: “A Napoli vivono di calcio, la gente mi incoraggia! Spalletti fantastico, siamo una grande famiglia”

Il georgiano appare entusiasta ma anche molto concentrato sulla sua nuova avventura a Napoli, tanto da aver confessato di non andare quasi mai in città. Eppure, ha già potuto conoscere il popolo partenopeo: “Le persone sono innamorate del calcio in generale – dice – la prima cosa che ho notato quando sono arrivato è che qui si vive di calcio, tutti, non importa l’età o il sesso, tutti sanno tutto”. Al momento conosce poche parole in italiano, non ha molto tempo a disposizione ma comunque imparare la lingua è uno dei suoi obiettivi.

“I commenti non li leggo, potrebbero influenzarmi, tendo a essere grato a chi mi supporta. Uso invece i commenti negativi come motivazione a fare meglio dimostrando in campo quel che posso. Se qualcosa non funziona, rimango da solo e discuto con me stesso per capire dove ho sbagliato. Uso questa rabbia durante l’allenamento per migliorare“, ha raccontato.

Poi parla di Luciano Spalletti che definisce una persona “interessante” e “positiva”, un “allenatore fantastico” che gli sta insegnando molto: “Imparo molto anche dai compagni, sono tutti molto forti. Siamo una grande famiglia. Giochiamo ogni tre giorni ma quando possiamo usciamo insieme, siamo in buoni rapporti, c’è un’atmosfera positiva nello spogliatoio”.

E non potrebbe essere altrimenti, visti i risultati non solo in campionato ma anche in Champions: “Non avrei mai pensato di giocarci, sentivo l’inno da bambino, era il mio sogno. Ascoltare l’inno ti dà un’energia che non trovi da nessuna parte. Ho provato queste sensazioni quando ho giocato col Liverpool la prima partita e questo mi ha aiutato molto”.

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