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Mondiale, succede di tutto in Inghilterra-Iran: l’inno, il gol di Bellingham e super recupero

INGHILTERRA IRAN – Succede di tutto in Inghilterra-Iran, uno dei match di questo inusuale mondiale d’inverno che nei giorni scorsi aveva fatto tanto discutere. Poco c’entra il campo, le polemiche sono nate dalla sponda brittanica che aveva chiesto alla FIFA il permesso, poi negato, di indossare una fascia con la bandiera arcobaleno in sostengo della comunità LGBTQ+, minata dei suoi diritti in Qatar. Poi la questione iraniana, i calciatori avevano usato dure parole nei confronti del regime repressivo di Teheran.

Inghilterra-Iran, cosa (non) è successo

La partita è terminata senza lasciare dubbi su chi fosse la squadra più forte. Non c’è stata partita per l’Iran, l’Inghilterra ha dominato aprendo il suo mondiale con un risultato tennistico di 6-2. Il primo gol porta la firma di Bellingham, con i suoi 19 anni e 145 giorni, è il secondo inglese più giovane a segnare in una partita dei mondiali con la nazionale, dopo Michael Owen. Il primo tempo finisce ben oltre il 45esimo, concessi 14 minuti di recupero straordinario, non solo per le consuete “perdite di tempo” per i check al Var ma soprattutto a seguito dell’infortunio del portiere iraniano Beiranvand.

Il numero 1 della squadra di Queiroz ha infatti subito un brutto colpo alla testa, rimanendo a terra per ben 7 minuti. Il portiere, poi, ha provato a rimanere in campo ma è stato costretto ad uscire. Una sostituzione che è valsa come sesto cambio per l’Iran. Infatti, in questo mondiale, è stata aggiunta una regola che vale in Premier League. Nel caso in cui un giocatore subisca una botta alla testa ,che possa comportare una commozione cerebrale, allora la squadra può utilizzare una sostituzione in più.

Alla ripresa (con risultato 3-0) Saka cala il poker con un gol di Rashford al 71′ e la rete di Grealish al 89′. In mezzo (65′) il gol dell’orgoglio di Taremi, lo stesso che al 90’+13 batte il rigore. Così Inghilterra-Iran si chiude 6-2, giocata quasi con due tempi supplementari visti i due larghi recuperi concessi dall’arbitro.

Un match destinato a fare la storia, ma come detto non solo per le vicende di campo. All’inzio della partita l’Iran non ha cantato l’inno. Il motivo? Un atto di protesta nei confronti del regime di Teheran e in difesa dei manifestanti che chiedono il rispetto dei diritti delle donne.

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