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Caso Juventus, il mondo dello sport in coro: “Fare chiarezza urgentemente”

Juventus stadium

La Procura delle Repubblica di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio della Juventus e di suoi tesserati il 30 novembre scorso. Il giudice ha 5 giorni per fissare l’udienza preliminare. Il termine è ordinatorio e non perentorio quindi non è detto che la fissazione dell’udienza arrivi oggi. Può essere ma non è certo. Intanto le alte cariche dello sport hanno detto la loro circa l’inchiesta Prisma…

Caso Juventus, il mondo dello sport in coro: “Fare chiarezza urgentemente”

“Come ho già detto, come Lega non commentiamo la Juve, aspettiamo le indagini”. Sono le parole di Lorenzo Casini, presidente della Lega calcio di Serie A, durante la presentazione del codice di Giustizia sportiva e ordinamento statale dell’avvocato Viglione al Coni. E, quando gli viene chiesto se teme una nuova calciopoli, risponde: “Questo timore non c’è, ma dobbiamo vedere cosa succede. In realtà bisognerebbe capire, una volta chiuse le indagini, cos’è successo. Ora è difficile commentare”. Sul caso Juventus si tratta di “un club che probabilmente non rimarrà il solo” e questo “ci permetterà di fare pulizia evitando il giustizialismo”. Così invece il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi intervenendo alla presentazione del volume di Viglione. “Abbiamo bisogno di sapere presto cosa sia successo e che vengano assunte decisioni per ridare credibilità al sistema, nel principio dell’equa competizione. Ed è evidente che negli ultimi anni non è successo”. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, a margine dell’evento, ha commentato così la vicenda giudiziaria che vede coinvolta la Juventus: “La mia linea è chiara. Serve cautela nei giudizi. Poi è indispensabile fare chiarezza e farla bene, urgentemente”. E sulla giustizia sportiva in generale ha aggiunto: “La caratteristica principale deve essere la velocità, sennò è sempre perdente anche quando emette sentenze perfette. I vari mondi della giustizia devono dialogare, perché quando ci sono sentenze diverse non aiuta. Rispettando le autonomie si deve comunque cercare una condivisione”. “La nostra è l’unica federazione al mondo che ha adottato il processo telematico – ha detto infine Gabriele Gravina, numero uno della FIGC -. Una novità che ha dematerializzato i documenti ed efficientato il processo sportivo, salvaguardando la garanzia del diritto alla difesa. Alcune criticità riguardano i 5 gradi di giudizio, sinceramente mi sembrano troppi. Soprattutto se andiamo a calare questa riflessione nelle varie situazioni. Penso al caso Chievo: in due anni addirittura 27 giudizi. È una follia ingolfare e intasare gli organi ordinari per queste situazioni. E ci sono procedimenti del 2015 o del 2016 di cui non abbiamo ancora certezza. Sotto il profilo della tempistica rischiamo di non essere credibili”.

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