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CorSera- Indagine sui conti della Juve, il Napoli non è coinvolto

L’edizione odierna del “Corriere della Sera” si è soffermata sull’indagine in corso dei pm torinesi che indagano sui conti della Juventus.

CorSera- Indagine sui conti della Juve, il Napoli non è coinvolto

Setacciati documenti (e intercettazioni) contenuti nei 15 faldoni inviati dai pm torinesi che indagano sui conti della Juve — a fronte dei due decreti di perquisizione confluiti nel primo processo sportivo — la Procura della Federcalcio ha chiesto la revocazione parziale della sentenza sulle plusvalenze. In brutale sintesi, di rifare il processo. A maggio, la corte federale d’appello aveva rigettato il reclamo della stessa Procura contro la decisione del tribunale federale nazionale che, a sua volta, aveva prosciolto i bianconeri e gli altri deferiti, per insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare.

Il procuratore della Figc Giuseppe Chinè avrebbe dunque rinvenuto negli atti fatti nuovi e probanti, utili per riaprire il caso. La richiesta, in base all’articolo 63 del codice di giustizia sportiva, arriva alla vigilia della scadenza dei termini.
La Juve ha risposto con una nota, in tarda serata: «La società potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della corte federale di appello e la carenza dei presupposti dell’impugnazione proposta». Entro trenta giorni, proprio la Corte federale d’appello dovrà fissare l’udienza nel corso della quale la Procura potrà chiedere nuove sanzioni nei confronti della Juve e di altre otto società, i cui nomi compaiono nelle carte dell’indagine della guardia di finanza. Ovvero, Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara, oltre a 52 dirigenti. Non c’è il Napoli coinvolto nel primo processo (sportivo): le plusvalenze per l’affare Osimhen furono fatte con il Lille, e nulla c’è nell’inchiesta torinese.
La giurisprudenza sportiva è per lo più contraria, in materia di revocazione, ma gli inquirenti della Figc hanno l’impressione di avere in mano «nuove prove».

Condensate nelle valutazioni dei pm torinesi, l’aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello: sulle plusvalenze, sarebbero stati trovati documenti che offrono riscontri «di carattere addirittura confessorio». A partire dal «libro nero di FP», nel quale il ds Federico Cherubini stigmatizza «l’eccessivo ricorso a plusvalenze artificiali» da parte dell’allora capo dell’area tecnica Fabio Paratici. Idem un’intercettazione del direttore finanziario, Stefano Bertola: «I bilanci di molte società calcistiche sono stati un po’ salvati da queste plusvalenze». La Procura Figc, che ha aperto un fascicolo sulle manovre stipendi, ne ha avviato un altro, nei confronti della Juve e di altri club «per ulteriori e nuove condotte disciplinarmente rilevanti». Nel mirino, le «partnership» evidenziate nelle carte torinesi. Ieri, dopo l’amichevole con il Rijeka (1-0 con gol di Moise Kean), Massimiliano Allegri aveva riportato il messaggio della società: «Il direttore generale Scanavino ha parlato alla squadra e allo staff rasserenando l’ambiente». Ma è chiaro che in questo contesto agli agenti interessati a proporre giocatori (come Ivan Fresneda del Valladolid, che pur piace) dalla Continassa si replica che ogni movimento è congelato fino alla nomina del nuovo cda, il 18 gennaio.”

Carlo Gioia

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