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Vialli, la famiglia Mancini ricorda il “fratellino” di Roberto: “Come un figlio per noi”

“Gianluca è stato per me come un figlio, ovviamente senza nulla togliere alla sua mamma che in questo momento tanto sta soffrendo”: a dirlo all’ANSA è Marianna Puolo, la madre del commissario tecnico della Nazionale, Roberto Mancini, ricordando Vialli, scomparso ieri all’età di 58 anni. “Tutti sanno del forte legame che ha sempre unito mio figlio a Gianluca, il dolore che abbiamo dentro è immenso e non oso immaginare quello che stanno provando i suoi familiari”, aggiunge Marianna.

Vialli, la famiglia Mancini ricorda il “fratellino” di Roberto: “Come un figlio per noi”

“Gianluca l’abbiamo seguito assieme a Roberto dai tempi della Sampdoria, l’abbiamo visto praticamente crescere, in questo momento è anche difficile trovare le parole”, racconta ancora la mamma di Mancini. “Siamo tutti addolorati, è davvero un momento difficile. Mio figlio in poco tempo ha perso Gianluca, Sinisa (Mihajlovic, ndr) e un caro amico d’infanzia”, conclude Marianna. Ieri, appena appresa la notizia della scomparsa di Vialli, anche Stefania Mancini, la sorella del ct, aveva salutato Gianluca con un post su Facebook: “Addio grande Uomo e Campione ci mancherai”.

“CAMPIONE FINO ALLA FINE” – Un rapporto speciale quello tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli, speciale fino all’ultimo. Il ct della Nazionale, infatti, il 29 dicembre era volato a Londra in clinica per salutare l’amico di sempre. Un abbraccio che entrambi sapevano sarebbe stato l’ultimo. Significativo come quello di Wembley, sempre a Londra, dell’11 luglio 2021. Di quell’incontro l’allenatore di Jesi ricorda: “Era privo di forze, con poca voce, ma lucidissimo. Un leone fino all’ultimo. Abbiamo parlato un po’ di tutto, mi ha chiesto perfino com’era andato lo stage di dicembre con i giovani. Anzi, mi ha riempito di domande: voleva sapere tutto, ci teneva a conoscere i progressi del nostro progetto”, le parole riportate a La Gazzetta dello Sport. Vialli era ricoverato da diversi in giorni a Londra: “Una settimana prima Gianluca mi aveva chiesto di aspettare, voleva riservare tutte le sue energie migliori all’ultima fase della sua lotta”. Incontro rinviato al 29 dicembre quando Mancini è volato in Inghilterra per salutare il suo gemello “non di sangue”. Del gol, ma anche nella vita privata.

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