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Juventus, l’intercettazione esclusa desta sospetti: scoppia il caso insabbiamento

Juventus stadium

Continuano i colpi di scena, o presunti tali, sulla vicenda plusvalenze che vede coinvolta la Juventus. Il club bianconero punito la scorsa settimana con 15 punti di penalizzazione in classifica dalla riapertura e della sentenza del processo sportivo. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza con il sicuro ricorso dei legali della Vecchia Signora, emergono tanti particolari sulle carte del processo che continuano ad alimentare la fiamma delle polemiche tra tifosi e addetti ai lavori.

Juventus, l’intercettazione esclusa desta sospetti: scoppia il caso insabbiamento

La Juventus ha presentato la memoria difensiva per il ricorso con cui si opporrà alla sentenza che le ha inflitto venerdì scorso 15 punti di penalizzazione e che ha di fatto condannato la sua classifica, velleità di qualificazione alla Champions comprese. Come annunciato dal nuovo amministratore delegato Maurizio Scanavino, prima della partita contro l’Atalanta e ribadito dalla proprietà nelle parole di John Elkann ricordando l’avvocato Gianni Agnelli a 20 anni dalla morte, la Juve ha annunciato la volontà di difendersi in tutte le sedi consentite, riporta Virgilio Sport.

Uno dei punti della difesa della Juventus riguarda proprio le intercettazioni telefoniche prese in esame nel processo-bis sulle presunte plusvalenze fittizie. Secondo i legali dei bianconeri la Corte federale non ne ha tenuto in considerazione una reputata “rilevantissima” avvenuta il 15 luglio tra l’ex ds Federico Cherubini e Stefano Bertola:

“Se loro quello stanno cercando non troveranno nulla”, afferma Bertola. Questa la risposta di Cherubini: “Ma secondo me, ecco dallo spirito sembra che quello che loro (ispettori di Consob, ndr) cerchino è capire dove ci…come se ci sia stata una palese sopravvalutazione, come se tra le nostre carte ci fosse non so… guarda, Pjanic vale 20 ma lo vendiamo 50, come se ci fosse la consapevolezza di quello… io credo che questo… ogni volta che c’è stata l’attribuzione di un valore, ripeto può essere stata anche fatta in maniera più o meno corretta, non è che era così…”. Poi ancora Bertola: “No no, non c’è nessun intento… Doloso no”.

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