L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato alcune dichiarazioni dell’ex bomber azzurro, Antonio Careca, che ha paragonato il gol di Osimhen contro la Roma a quello di Pelè in finale Mondiale
Repubblica- “Il gol di Osimhen mi ha ricordato quello di Pelè nella finale Mondiale” parola di Antonio Careca!
L’accostamento è pesante, ma Antonio Careca lo fa con assoluta naturalezza. Ha l’autorevolezza giusta. È stato uno dei migliori attaccanti della sua generazione: ha vinto il secondo scudetto col Napoli nel 1990 e con Maradona ha costituito una delle accoppiate più forti mai ammirate in serie A. Se parla, dunque, va ascoltato e sulla gemma di Osimhen contro al Roma ha un’idea molto chiara: «Mi ha ricordato il gol di Pelé nella finale Mondiale 1958 contro la Svezia». Sombrero e conclusione volante per un giovanissimo O’ Rey, controllo di petto a smarcarsi e destro violentissimo in area per il numero 9 azzurro: «È fortissimo, sta crescendo tanto. Può diventare il capocannoniere della serie A. Vedrete – sorride – che arricchirà il Napoli, vale più di 100 milioni. Mi piace tanto anche Kvara», dice col sorriso Careca che non si sottrae neanche al giochino dei paragoni: «Il centravanti più forte della storia azzurra? Adesso c’è Osimhen. Io ho 62 anni e non ce la faccio come prima, ma qualcosina ho fatto. E non dimentichiamoci di un certo Bruno Giordano…», conclude sornione.
La forma fisica è perfetta: si allena la mattina e lo ha fatto pure nelle tre settimane di permanenza a Napoli. È stato ospite di una trasmissione televisiva (“Legends. Ci vediamo a Napoli”), prodotta da Nexting che va in onda il giovedì su Canale 8 e Napflix. Tornerà in Brasile domani con la voglia di festeggiare a fine maggio: «Ma se continua così – spiega – il Napoli lo scudetto lo vince prima. Gli azzurri hanno un vantaggio importante e al 99 per 100 non si faranno sfuggire il titolo. Sono felice, il mio legame con la città è incredibile. Probabilmente mi sarei dovuto stabilire qui dopo il mio ritiro. Sembra che me ne sia andato ieri», dice Careca. «Voglio fare i complimenti a Luciano Spalletti. Per me può arrivare anche in finale di Champions League. Un giorno – dopo l’esperienza al Napoli – meriterebbe di guidare la Nazionale. Ci vorrebbe uno come lui per risollevare l’Italia». Careca fa i complimenti pure a De Laurentiis: «Non ho avuto modo di parlare con lui. Ha gestito benissimo la rivoluzione estiva e gliene va dato merito. Quando una volta ci incontrammo allo stadio, mi disse che il suo obiettivo era competere. Adesso ha capito quanto sia importante vincere. Ho visto i video di esultanza al Maradona: uno scudetto nel Napoli ne vale 10 conquistati altrove. Purtroppo ne avrei potuti vincere due: la beffa del 1988 è ancora una ferita aperta, purtroppo il Milan stava meglio fisicamente, questa è la verità. Ma qui è bello vincere». Careca lo sa bene: «Auguro a questa squadra di provare le nostre stesse sensazioni. Ma la nostra epoca resta irripetibile, allenarsi e giocare con Diego è stato un piacere infinito. Lui da lassù sarà contento: l’Argentina ha già conquistato il Mondiale, ora ci sta pensando il Napoli».
Carlo Gioia
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