Home » Repubblica- Il calcio del Napoli non solo vince, ma innova e insegna nel grigiore del campionato italiano
Napoli Napoli OF News

Repubblica- Il calcio del Napoli non solo vince, ma innova e insegna nel grigiore del campionato italiano

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato la gara di ieri tra Napoli e Cremonese, elogiando il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti.

Repubblica- Il calcio del Napoli non solo vince, ma innova e insegna nel grigiore del campionato italiano

Con l’audacia che può illudere i deboli, la Cremonese si ripresenta più aggressiva. Eliminò il Napoli dalla Coppa Italia meno di un mese fa, il 17 gennaio, ai rigori. Ottavi di finale. Una serataccia. Stavolta Ballardini non ruba il possesso palla, ma il ritmo ad avversari, comunque micidiali nelle maligne invenzioni dei suoi fantasisti, quella di Kvaratskhelia che porta il Napoli in vantaggio dopo una ventina di minuti. La rete con una finta del georgiano che mima in area un assist prima di infilare un tiro tra le gambe dei difensori è un gioco di prestigio, una beffa, un perfido inganno. Dovrebbe svilire la Cremonese, macché. Ma il Napoli si adegua anche al sottoritmo, attende la ripresa, patire gli squilibri sulle corsie esterne prima di sancire il raddoppio di Osimhen, quando il biondone nigeriano con il 17esimo gol ripristina le gerarchie tra la capolista ed il carro finale del convoglio in serie A.

Si spiega il primo tempo remissivo del Napoli con la sua certezza di superiorità. Lascia che la Cremonese smaltisca quel suo velleitario piano, ma non bastano le fiammate di un tempo per chiudere i conti. È una fragile illusione che svanisce per la Cremonese nella ripresa, quando ormai ridimensionata, disillusa, sfatta deve stendersi e subire una severa realtà.

È un altro Napoli quello che comincia a contare i suoi gol. Diventa persino naturale dopo il raddoppio di Osimhen eliminare le criticità sulle zone esterne. A destra Sernicola trova spesso un varco libero perché Mario Rui si porta in mezzo al campo come a destra Di Lorenzo, due aiuto registi, per avviare la fase offensiva in collaborazione per il sempre geniale e autorevole Lobotka, indaffarato solo all’inizio per il controllo a domicilio delle due punte cremonesi, Afena-Gyan e Tsadjout. Ma lo capisce anche il temerario Ballardini quando con largo anticipo comincia a ritirare uno dopo l’altro i suoi giocatori, prima appariscenti e insidiosi, poi fatalmente stremati.

Segnali di resa, li conferma il Napoli dilatando il volume della sua fase attiva, con giocatori che ribaltano anche sul piano individuale i rapporti di forza. Giusto l’impiego di Lozano, che nel tempo finisce per escludere dalle formazioni iniziali Politano. Un motivo c’è. Non solo la migliore forma ma la sua propensione agli scatti in verticale, per conquistare profondità. Mette a disagio il connazionale Vasquez, costringendolo ad uscire in anticipo. La sostituzione invece non riduce il valore di Mario Rui, che non deroga dai suoi compiti di lucido suggeritore fino all’arrivo dell’uruguaiano Olivera. Ma nel gioco dei cambi felici anche quello che porta Elmas: si conferma un jolly prezioso, segnando il terzo gol su palla filtrante di Di Lorenzo, evidente il recupero di forma del capitano, domina la fascia e caratterizza con Mario Rui il modulo di Spalletti. La guida degli esterni bassi, collegati a Lobotka. Costringe Zielinski più spesso che Anguissa a scalare. Una osmosi tattica che non si finisce mai di scoprire nei suoi dettagli. Il calcio non solo vince. Innova. Insegna. Nel grigiore del campionato italiano.

Carlo Gioia

Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti aggiornato con www.gonfialarete.com