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CorSport- Se il sarrismo è già nella Treccani, lo spallettismo è già nel vocabolario calcistico d’Europa

<> at Allianz Riviera Stadium on July 28, 2018 in Nice, France.

L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” ha analizzato la sfida tra Napoli e Lazio, soffermandosi su Luciano Spalletti e Maurizio Sarri.

CorSport- Se il sarrismo è già nella Treccani, lo spallettismo è già nel vocabolario calcistico d’Europa

Cos’hanno i toscani di di-verso dagli altri italiani? Curzio Malaparte lo ha spiegato con dovizia di particolari in “Maledetti toscani”. Renzo Ulivieri, limitandosi ai confini calcistici, ha coniato un termine particolare, la “merdite”, caratteristica che potrebbe essere parente stretta della “cazzimma” napoletana. La “merdite” è una perfetta fusione fra cattiveria, intelligenza, furbizia, arguzia, intuizione e arte di fregare l’avversario. Nel nostro caso, i toscani (di provincia, o ancora meglio, di campagna) Luciano Spalletti e Maurizio Sarri sono legati anche attraverso Napoli. E quando uno nasce in Toscana (Luciano è di Certaldo) o a Napoli (Maurizio è di Bagnoli, anche se appartiene alla terra dei Medici) e allena in Toscana (base di partenza o di ripartenza per entrambi, Empoli) si avvia nel proprio cammino con un leggero vantaggio.

Anche chi ha potuto ammirare da vicino i capolavori empolesi dei due allenatori parte con un vantaggio, sapendo da tempo, da subito, che il loro calcio, a meno di clamorosi intoppi, avrebbe raggiunto livelli alti, molto alti. Il piacere del gioco, il desiderio di farne strumento per arrivare al risultato, è ciò che li accomuna. «Mi alzavo in piedi a battere le mani quando vedevo le partite del Napoli di Sarri», detto ieri da Spalletti, che sta arrivando al traguardo appena sfiorato dal suo collega.

C’è però una differenza che oggi, a guardare, anzi, a rimirare la meraviglia del Napoli, potrebbe sfuggire: Sarri ama il lato spettacolare del calcio perfino più di Spalletti. E ce n’è pure un’altra: Sarri non ha ancora raggiunto la sintesi perfetta fra gioco e risultati come è riuscito a Spalletti in questa stagione. Stesso modulo stesso sistema di mettere la squadra in campo, stessa personalità forte, stesso look sportivo, la tuta del club. Luciano quando parla fa una specie di cantilena (“e ‘un mi gaarba mihaa quello che tu hai scritto”), gli piacciono da morire le pause, lo sguardo che dal basso va verso l’alto, la parola da ricercare; Maurizio va a dritto al punto, ostentando le sue origini col gusto della parolaccia. Si piacciono e si sfidano. Il sarrismo è già nella Treccani, lo spallettismo è già nel vocabolario calcistico d’Europa.

Carlo Gioia

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