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De Laurentiis: “Il calcio va inteso come un’impresa, altrimenti non si va da nessuna parte. Appena arrivato a Napoli chiedevo una cosa ai miei calciatori…”

Italian businessman Aurelio De Laurentiis arrives for the screening of the film "Freaks Out" presented in competition on September 8, 2021 during the 78th Venice Film Festival at Venice Lido. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP) (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato alcune dichiarazioni al convegno “Merger&Acquisition Summit” organizzato da Il Sole 24 Ore: “O il calcio lo si intende come un’impresa, e purtroppo in Italia lo è a metà, o non si va da nessuna parte. Il mio modello è sempre stato il cinema, venendo da una famiglia di cinema e avendo toccato con mano circa 400 film ho imparato a fare il mestiere dell’imprenditore puro. Il film è un’opera dell’ingegno che si realizza attraverso un processo industriale e ti devi autofinanziare esaminando il mercato e la valenza del tuo committente, che è il pubblico. Ho spostato la stessa cosa nel calcio.

Quando sono arrivato a Napoli non sapevo neppure come si giocasse, ma venendo da una famiglia di napoletani venivo portato ogni tanto a vedere il Napoli col ciuccio con la coreografia che negli anni 50-60 aveva una valenza cinematografica. Appena arrivato ho detto: agli attori e al regista cosa chiediamo? La cessione dei diritti di quello che fanno. Ho applicato la stessa cosa nel mondo del calcio. A tutti i calciatori e allenatori chiedevo i diritti d’immagine”.

Antonio Napoletano

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