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Napoli, dietro al miracolo azzurro c’è anche un ottimo nutrizionista. Chi è Marco Rufolo

Biologo nutrizionista e tecnologo alimentare, ha 51 anni ed è specializzato in Scienza dell’alimentazione. Ormai da due stagioni si occupa di curare ciò che mangiano i giocatori della prima squadra e i ragazzi del settore giovanile del Napoli. Ha iniziato a lavorare con gli azzurri nel luglio 2021, come raccontato da un post condiviso sui social e accompagnato da una didascalia che riassume un percorso di vita: “A volte i sogni diventano realtà”. Ne parla Gazzetta Active.

Napoli, dietro al miracolo azzurro c’è anche un ottimo nutrizionista. Chi è Marco Rufolo

Prima di iniziare a collaborare con il club di Aurelio De Laurentiis, scrive la rosea, Marco Rufolo ha avuto un passato da arbitro e da assistente: nel 2007, ha chiuso la sua carriera sul campo in seguito all’esordio in Serie C. Nell’ultimo periodo ha svolto diverse ore di docenza in corsi professionalizzanti nel settore alimentare, ottenendo anche un ruolo da consulente per la commissione di appalto del servizio di refezione del Ministero degli Esteri e consulente-ricercatore per l’Associazione Difesa ed Orientamento dei Consumatori. Da Meret a Lobotka ed Osimhen, nel suo lavoro quotidiano con la squadra di Spalletti sono sempre in primo piano aspetti come monitoraggio del peso e della composizione corporea dei singoli atleti. Linee guida? Trattare ogni calciatore come un paziente, con un occhio alla salute per il miglioramento progressivo delle prestazioni in partita.

“Il mio compito è curare alimentazione e integrazione, ma anche prevenire la disidratazione, uno dei principali nemici dell’atleta. Molte volte, pur avendo perso molti liquidi, non si avverte lo stimolo della sete. Per questo occorre aiutare a reintegrare tempestivamente acqua e sali minerali. Una buona soluzione sono gli estratti di frutta”, disse Rufolo qualche tempo fa al quotidiano La Repubblica. “Pizza? Per i giocatori non è vietata, una volta a settimana si può concedere. A patto che le materie prime e la lievitazione siano di prima qualità”.

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