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Udinese, Marino: “ADL modello da imitare, stagione trionfale per il suo Napoli”

Pierpaolo Marino

L’ex dirigente azzurro non ha dubbi: “Il Napoli è reduce da una stagione trionfale: ora manca solo un tassello, ha fatto tutto quello che occorre per vincere, ovvero ha giocato bene, ha fatto sempre punti con una grande continuità. Sta per arrivare l’epilogo, magari sarà già stasera o domani da noi a Udine oppure domenica con la Fiorentina. Ma solo un dettaglio”. E ricorda il suo percorso agli albori dell’era De Laurentiis, quando fu scelto in qualità di direttore tecnico: “Lavezzi il mio colpo più importante – confida ai taccuini del Corriere dello Sport -, perché sofferto. Strappato ad una concorrenza larga, con circa sei milioni di euro. E Hamsik, preso a cinque e mezzo con un blitz”.

Udinese, Marino: “ADL modello da imitare, stagione trionfale per il suo Napoli”

“Come nomadi andavamo in giro e una sera mentre eravamo in ritiro all’Holiday Inn vedo quattro torri accese. Chiedo ad un cuoco dell’albergo: ma lì cosa c’è? Un galoppatoio. Al mattino successivo parlo con il Commendator Coppola, proprietario dell’albergo, chiacchieriamo, telefono ad Aurelio e dopo due mesi ci sono i campi”. Questi alcuni estratti dell’intervista di Pierpaolo Marino al Corriere dello Sport, nella quale celebra Aurelio De Laurentiis. “Il Napoli ha sempre investito ma è sempre stata una società sostenibile. De Laurentiis va preso a modello, ha dimostrato come si fa impresa al Sud: la sua è stata un’opera di ingegneria finanziaria. Il colpo mancato? Di Natale mi disse di no, nel 2009. Mi sarebbero piaciuti lui e Quagliarella assieme: uno lo avremmo pagato 15, l’altro ci costò 17. Il Napoli ha sempre investito ma è sempre stata una società sostenibile. In C avevamo un fatturato di 15 milioni, quando andai via eravamo arrivati a 140 e un monte-ingaggi da 38. De Laurentiis va preso a modello, ha dimostrato come si fa impresa al Sud: la sua è stata un’opera di ingegneria finanziaria, un insegnamento. E io sono felice di averci messo qualcosa di mio. I rimpianti? Non eravamo ancora in Serie A, si scrivevano sulla città cose indecenti e ovviamente false, perdemmo qualche occasione. Ma avevamo visto giusto: Modric, Lewandowski e Huntelaar. Non so se mi spiego. Non male, eh?”.

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