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Napoli, il “duro” Spalletti si commuove ricordando il fratello Marcello

La voce del neo-campione d’Italia Luciano Spalletti, che ha steso un manifesto tra le parole scelte per rispondere alle domande dopo quel pari decisivo a Udine, si è rotta solo quando si è misurato con il dolore, vero e tangibile, per la morte di suo fratello Marcello. Non sono trascorsi che quattro anni, se c’è un tempo di elaborazione per la perdita di un fratello.

Napoli, il “duro” Spalletti si commuove ricordando il fratello Marcello

“A mia figlia Matilde, alla famiglia, che è sempre lì a spingere. A tutti gli amici, a mio fratello Marcello”: nel suo linguaggio, riconoscibile e tipico, ha espresso la filosofia che regge il suo spirito e il suo gioco per poi abbandonarsi alle lacrime, lasciando da soli Ciro Ferrara e Diletta Leotta e i microfoni di Dazn, per ritirarsi a piangere Marcello lontano dalle telecamere.

Nato il 15 giugno del 1952, Marcello Spalletti è morto il 28 maggio del 2019, dopo aver lottato contro un tumore. Aveva dedicato tutto alla Polisportiva Avane di cui è stato allenatore, giocatore, consigliere, e anche animatore di iniziative legate allo sport, nonché vicepresidente. I suoi bambini della società polisportiva, si sono stretti alla famiglia che ha chiesto solo donazioni per quella associazione che curava come se ciascun bimbo fosse uno di famiglia: così anche loro gli sono stati accanto. Scorrendo le cronache locali di allora, la partecipazione di quei ragazzi è stata totale, quasi un atto di gratitudine collettiva a Marcello. Un senso di profonda lealtà, vicinanza, affetto che si rinnova anche oggi e che la Polisportiva ha celebrato – dopo la vittoria dello Scudetto – anche sui social con il ricordo di Marcello, che ricordano con il suo nome di battaglia Komandante

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