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Albarella a Radio CRC: “Poter allenare Osimhen è uno spettacolo per chi fa il mio lavoro. Vi spiego la strategia del Napoli…”

A Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Eugenio Albarella, ex preparatore atletico della nazionale giapponese: “Ci sono delle realtà in quelle latitudini ben sviluppate. Giappone e Corea hanno già da anni giocatori pronti per i campionati europei. Le leghe non vincolate da slot di extracomunitari come il campionato tedesco, inglese e belga hanno quei giocatori.

L’acquisto di Kim? Nel momento in cui oggi soprattutto a livello massimale prendere un giocatore che fa la differenza ha dei costi enormi. Questi mercati in rapporto qualità-prezzo sono dei buoni investimenti. Basti pensare il ritorno di immagine ed economico che ha avuto l’investimento su Kim. Bisogna avere coraggio per allargarsi alle proprie abitudini.

Il calo del Napoli? Faccio fatica a dare un giudizio con dei dati nel memento in cui non ho la conoscenza dei particolari. Da occhio clinico posso leggere la concatenazione di vari fattori. Prima della sosta per le Nazionali il Napoli aveva raggiunto prestazioni massimali. Lì inconsciamente è scattata la quasi certezza di aver raggiunto un obiettivo importante. L’allenatore non ha avuto la possibilità di tenere concentrati i calciatori essendo andati in Nazionale. Il Milan è arrivato motivatissimo perché doveva dimostrare di essere competitivo con la squadra più forte. Da lì la pressione che la piazza dava per l’entusiasmo di raggiungere il grande risultato, per chi non aveva esperienza ha inciso non poco sulle prestazioni.

Osimhen? Stiamo parlando di un atleta prestato al calcio. È uno spettacolo per chi fa il mio mestiere poterlo allenare. È un atleta, un calciatore in continua evoluzione e credo abbia ancora tanto margine di miglioramento.

La strategia del Napoli al di là delle scelte tecniche è stata finalizzata per cercare di ringiovanire la rosa. Insigne, Mertens e Koulibaly venivano da anni con problemi fisici e sono stati sostituiti da giovani di qualità. Questo ha abbassato l’indice di rischio, infatti se guardiamo gli infortuni dell’anno scorso e di quest’anno, parliamo di dati diversi. Tutto ciò ha fatto sì che il Napoli potesse migliorare anche la qualità della prestazione.

I giocatori delle nazionali orientali io li definisco resistenti veloci e questo è importantissimo.

Per fotografare la cultura del lavoro dei calciatori giapponesi ad ogni fine seduta di allenamento o ad ogni fine gara, fra di loro sentivo la frase ‘buon lavoro’. Questo fa capire la cultura del lavoro, la loro applicazione e la loro voglia di eccellere in tutte le cose che fanno. Fa parte del loro DNA. Il loro pensiero è rivolto al NOI e non all’IO e nel gioco di squadra è fondamentale.

Se questo modo di operare del Napoli sarà d’esempio per altre società? Il calcio è quasi obbligato a seguire l’esempio del Napoli, quello di saper far calcio in funzione alla propria realtà. Il Napoli è un esempio di gestione, qualità e risultati. La famiglia De Laurentiis ha dato un’impronta importante al calcio di oggi e del futuro”.

Antonio Napoletano

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