Dalla chiusura del raduno di Cascia arriva perentoria la promessa del designatore Gianluca Rocchi. Gli arbitri dovranno essere i primi baluardi della lotta al razzismo negli stadi, fermando immediatamente il gioco prima ancora dell’annuncio dello speaker. Con questa primaria e delicata missione la squadra arbitrale, molto ringiovanita, può dirsi pronta per la stagione 23/24.
Arbitri, gli obiettivi per la nuova stagione: meno rigori, più recuperi e lotta al razzismo
Oltre al fermo proposito antirazzismo, ecco il punto riguardante i recuperi. Niente più perdite di tempo, con extra-time che siano congrui, sotto la lente finiranno soprattutto le esultanze post gol, da recuperare in toto a fine gara. Arbitraggi che siano sempre più in linea con quelli europei, senza rigorini, la media dei penalty per partita era già scesa nello scorso torneo a 0,29 dagli 0,37 di quella precedente, e con meno falli fischiati per agevolare un gioco più veloce e spettacolare, meno spezzettato.
Altro punto caldo, designare arbitri giovani anche per i big match. Con Orsato all’ultima stagione e senza più due elementi esperti come Irrati e Valeri, che a giugno hanno rassegnato le dimissioni per entrare nella squadra sempre più professionalizzata dei varisti, quest’anno sarà inevitabile affidare le partite più importanti alla cosiddetta generazione dei trentenni, quella dei Marchetti, Colombo, Marcenaro, Ayroldi, Massimi, oltre a Ferrieri Caputi, prima donna a esordire in serie A nel campionato scorso.
Arbitri che in generale dovranno farsi rispettare di più: tolleranza zero contro le proteste smodate, per mandare un segnale sociale, a vantaggio dei giovani fischietti che subiscono violenze nei campionati minori e giovanili.
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