Un Ibra per mettere fine alle tensioni interne. È questa la strategia che il Milan punta a seguire, dopo le polemiche uscite dal campo da parte di Giroud e Leao nella sfida contro il Napoli al Maradona che hanno seguito altri episodi tra i rossoneri di Pioli.
Milan, si punta sul ritorno di Ibrahimovic da dirigente: ma lo svedese prende tempo
Come riportato dal Corriere della Sera, così, il Milan anche per tornare ad inserire nel gruppo una figura dirigenziale di campo che riporti equilibrio e leadership sta pensando di accelerare per riportare Zlatan Ibrahimovic a Milanello. Il patron Gerry Cardinale, così come l’ad Furlani, non a caso lo stanno marcando stretto e anche il presidente Scaroni ha sottolineato nei giorni scorsi: Per lui la porta è aperta.
E in effetti il vero nocciolo della questione è proprio questo: il problema non sono i soldi, non è neppure trovare un incastro con i numerosi contratti pubblicitari personali che gestisce. Per non parlare delle motivazioni, visto che il quotidiano milanese racconta un gustoso retroscena: “Chi gli sta vicino, racconta che nell’ultima visita a Milanello, dopo il derby-choc, Ibra ha ammesso di aver sentito una scossa. Il richiamo del campo? Chissà”.
Il nodo è il ruolo che dovrebbe ricoprire e la libertà di azione che potrebbe avere. Perché lo svedese in questo non è cambiato, così come era protagonista in campo vuole esserlo pure senza gli scarpini: niente incarichi part-time o di rappresentanza, se ritorno al Milan deve essere, deve esserlo per dare una mano in modo attivo. “Non voglio essere un simbolo del passato, se rientro è per fare la differenza” aveva detto qualche settimana fa: un manifesto dell’Ibra-pensiero molto chiaro. Ora sta a lui e al club trovare una quadra.
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