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Scommesse, dirigente nei guai per debiti si affida a usurai e li fa arrestare

Non ce l’ha fatta più e lo scorso 15 giugno ha deciso di presentarsi in caserma a Chiari per denunciare gli usurai che minacciavano lui e la sua famiglia per debiti legati alle scommesse sportive. Un ventinovenne, responsabile commerciale presso un’azienda nell’est bresciano e dirigente di una squadra di calcio di Eccellenza, è crollato sotto il peso di una situazione diventata seria e pesante.

Scommesse, dirigente nei guai per debiti si affida a usurai e li fa arrestare

Ha spiegato di essere appassionato di scommesse sportive, di aver iniziato su canali legali e investendo somme contenute ma che da quattro anni la passione era diventata un vizio tanto da spingerlo a utilizzare siti e chat non autorizzati che lo hanno fatto finire nelle mani degli allibratori e a chiedere prestiti tra febbraio e maggio per saldare i debiti accumulati e continuare a giocare.

Finito tra le mani degli usurai ha iniziato a essere minacciato da personaggi che gli ricordavano come a Rovato per non aver saldato i debiti era ritrovato un uomo accoltellato nei cassonetti dell’immondizia o che a qualcuno era stata bruciata la macchina per intimargli di pagare affinché non rischiasse di ritrovarsi in situazioni “spiacevoli” perché, gli dicevano: “Non scherziamo”.

Alle cifre stanziate veniva applicato un tasso di interesse fino al 280 per cento. Su ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Angela Corvi sono finiti in manette e agli arresti domiciliari a vario titolo per usura ed estorsione tre uomini di cui un imprenditore di origine albanese.

Al telefono utilizzavano un linguaggio in codice parlando di “camion”, “ordinativi”, “cantieri” essendo le loro attività lecite nell’ambito dell’edilizia. Il primo presunto “esecutore materiale” che “forniva in prima persona il contante all’usurato e lo sollecitava, prima con richieste pressanti, poi con esplicite minacce, a restituire capitali e interessi”, gli altri due, soprattutto l’imprenditore di origine albanese, secondo la ricostruzione del Gip: Dirigevano le operazioni e fornivano la provvista necessaria per condurre a termine l’illecita operazione finanziaria.

Nelle intercettazioni, ci sono molti i riferimenti alla loro necessità di recuperare i crediti. La vittima li aveva conosciuti in ambito sportivo.

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