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Repubblica- La svolta di Mazzarri: il Napoli si reinventa e affronta le responsabilità

L’edizione odierna de “La Repubblica” ha analizzato la il pareggio tra Lazio e Napoli, soffermandosi sull’aspetto tattico proposto da Walter Mazzarri.

Repubblica- La svolta di Mazzarri: il Napoli si reinventa e affronta le responsabilità

Il Napoli ha giocato la sua partita. La Lazio no. È un pareggio diseguale nel valore. Riconosce a Mazzarri il merito di aver corretto e messo in sicurezza una squadra scombinata. Una formazione travolta dalle sue utopie estive. Ex campioni d’Italia esclusi a prima vista dal giro scudetto. Un punto vale poco per Sarri, delude un allenatore che dopo 4 vittorie poteva avvicinarsi all’Atalanta, al limite Champions. Se la bellezza è il vanto del suo calcio corto, ripetitivo e ritmico, questa Lazio ieri l’ha fallito, è stata subalterna persino nel possesso palla. Tornato dagli artificiosi fasti del calcio arabo, il Napoli si fa di nuovo carico delle sue responsabilità. Deve reinventarsi avendo sbagliato l’impossibile, dopo la bizzarra scelta di un allenatore fiero di essere agli antipodi della squadra presa in consegna.

Con Mazzarri non era andata meglio per la ingannevole suggestione che coinvolse presidente e nuovo allenatore. Ritenevano fosse possibile replicare le vittorie di Spalletti e Giuntoli con il 4-3-3 in campo e la ricerca di talenti fuori. Magari fosse così sempre il calcio. Nei giorni più tristi di una squadra rassegnata ad un malinconico inverno Mazzarri, la valigia già all’uscio, ha avuto un sussulto di orgoglio. Ha ammesso di aver mentito, il 4-3-3 non era il suo modulo, e l’ha cambiato quasi di nascosto. La società neanche stavolta gli ha teso una mano, piuttosto che comprare giocatori essenziali per uscire dall’emergenza, un difensore centrale inseguito come una inderogabile necessità dopo l’addio di Kim e un centrocampista pronto impiego, il più creativo Scouting d’Italia propone giocatori di sufficiente tecnica, probabile estro, ma indefinito identikit. È la logica del gratta e vinci, investire piccole somme sognando una plusvalenza magica.

Per fortuna Mazzarri, imbarcato sul primo molo senza imporre regole di ingaggio, è un capitano che non teme buriane. Se l’è cavata anche ieri inventando il doppio play. Demme era sparito perché sosia di Lobotka. Mazzarri li ha rimessi insieme sistemando due lucchetti a centrocampo. L’ammonizione ha consigliato di ritirare Demme nella ripresa, ma è una buona idea per calibrare la linea a 5 davanti alla difesa a tre. Solido il Napoli, nella media. Con la destra ben coperta da Ostigard e Di Lorenzo. Il primo smina l’area, il capitano sostiene la ripartenza. Neutralizzati Felipe Anderson e Luis Alberto. Meno brillante per un disguido tra Juan Jesu e Mario Rui sull’attribuzione dell’insidioso danese Isaksen. Usciranno Mario Rui e Raspadori, secondo logica. Gran rumore per nulla in fase offensiva, ma è questo che può dare il Napoli senza Osimhen e gli squalificato Kvara e Simeone e con Raspadori fastidioso ma innocuo. Mazzarri libera negli ultimi minuti i nuovi Ngonge e Dendoncker. L’intento è un punto alzando polvere. Recuperare il Napoli che fu è possibile solo riportando le lancette alla scorsa primavera. Il tempo passa e non perdona errori. Si può solo dir grazie al capitano che segna tre volte la croce e va come sa e come può nel mare molto mosso.

Carlo Gioia

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