L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha fatto il punto sul futuro di Piotr Zielinski, centrocampista del Napoli e oramai prossimo all’addio.
CorSport- Il Napoli e Zielinski si lasciano nel peggiore dei modi, la pec inviata dall’Inter ha chiuso definitivamente il rapporto!
C’è modo e modo per divorziare, quello scelto tra il Napoli e Zielinski è il peggiore. Dopo otto anni in azzurro, 355 presenze, mai meno di 36 a stagione in campionato, e cinquanta gol, il nazionale polacco è escluso dalla lista Uefa, cioè è tagliato fuori dagli ottavi di Champions tra Napoli e Barcellona. Una decisione inaudita dal punto di vista tecnico. Che, è vero, ha rifiutato il rinnovo del contratto, avendo raggiunto un accordo con l’Inter per la prossima stagione. Non pare questa, tuttavia, una ragione sufficiente per giustificare ciò che troppo somiglia a una ritorsione. Non solo perché otto anni di militanza altamente professionale avrebbero suggerito ben altro epilogo. Ma perché separazioni così traumatiche purtroppo raccontano un metodo che non giova né all’immagine del club né allo spirito sportivo richiesto al gruppo.
Niente è per sempre e il Napoli e Zielinski sono ormai separati in casa: resterà il campionato, ciò che avanza di questa separazione netta e anche un po’ traumatica, poi ci si lancerà ognuno nel proprio destino, forse senza neppure un saluto. La sua Europa è un pallido rigurgito, il Barcellona gli è stato negato, lo guarderà dalla tribuna e, al ritorno, dalla poltrona di casa, perché al Napoli non è possibile divorziare come pure è successo altrove: la pec inviata dall’Inter – che ufficializza ciò ch’è lecito: aprire una trattativa (di fatto chiusa da tempo) – ha rappresentato l’ultimo chiavistello per sbattere il portone in faccia al fine dicitore e lasciarlo ai margini di questa Champions.
La Napoli di Zielinski si racchiuderà nelle diciassette partite che restano – e forse saranno sedici, perché con il Verona sarà difficile esserci per colpa di un affaticamento che è semplice configurare di “maniera”. Da trampolino per la costruzione di un ciclo, di cui non si vede ancora traccia, lo Scudetto appare sempre più una condizione eccezionale e difficilmente ripetibile, perché nel volgere di pochi mesi le travi di un’intera costruzione sportiva sono andate spezzandosi a una a una, causando la caduta di quell’infrastruttura societaria su cui dovrebbe-potrebbe poggiare la replicazione del successo. Una volta si vince per un acuto della qualità, esaltato dalla concomitanza di circostanze casualmente favorevoli.
Ma il bis presuppone visione, organizzazione, educazione e stile che contrastano con la gestione padronale e istintiva che ispira le mosse e le esternazioni del Napoli. Una sincera autocritica sarebbe la premessa necessaria per correggere la rotta, ricostruendo, per prima cosa, un clima di pacificazione e fiducia attorno al club, con cui chiudere la stagione.
Carlo Gioia
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