Scelta autolesionistica che non danneggia il calciatore. Come per Demme. Un atteggiamento padronale che ha tenuto lontani Conte, Luis Enrique e Thiago Motta…
Napoli, Zielinski fuori lista Uefa per il suo atteggiamento. Ma è una scelta che danneggia il club
Il Mattino parla apertamente di “schiaffo di AdL a Zielinski” rivelando anche qualche retroscena sulle ultime settimane del centrocampista, destinato ad approdare all’Inter a parametro zero a luglio. Negli ultimi tempi lo staff tecnico non è stato convinto dal modo di allenarsi di Zielinski, dal punto di vista del Napoli – scrive il quotidiano – “ha iniziato a tirare i remi in barca, è uno su cui non si può fare affidamento”.
Si può guidare un’azienda in base ai propri umori e rancori personali? È la domanda che sorge spontanea leggendo la lista Champions preparata dal Napoli. Che ha escluso Zielinski e Demme (entrambi in scadenza di contratto) oltre il nuovo acquisto Dendoncker che quindi è reputato superfluo persino dal club (a questo punto figurarsi da noi), scrive il Napolista.
Il Napoli affronterà la Champions con i centrocampisti contati: tre per la precisione. Si tratta di Lobotka, Anguissa e Cajuste. Bisogna sperare che nessuno si faccia male. Ai tre potrebbero essere aggiunti Traorè (il cui contributo è tutto da verificare dopo la malaria e che in due stagioni di Premier ha giocato meno di 500 minuti), Lindstrom che però non è mai stato impiegato in quel ruolo (pochissimo anche in altri, a dire il vero) e Raspadori che Garcia vedeva anche mezz’ala.
Le scelte del club confermano che il Napoli è prigioniero degli umori del suo presidente non a caso in privato definito sultano da Luciano Spalletti. De Laurentiis ormai è entrato in una dimensione da cui temiamo non uscirà più. Non è solo questione di avere una visione proprietaria del club (ne è il proprietario) ma di considerarsi il responsabile di qualsiasi settore anche quello tecnico. È il punto dolente della vicenda: De Laurentiis non tornerà più indietro. Quelle fotografie di lui a bordo campo che sovrintendeva agli allenamenti di Garcia, hanno segnato uno spartiacque.
E se quest’atteggiamento padronale piace a una fetta della tifoseria, prosegue il Napolista, non altrettanto può dirsi degli addetti ai lavori. È quest’atteggiamento che ha tenuto Thiago Motta lontano dal Napoli dopo un corteggiamento estivo. È quest’atteggiamento che ha indotto Antonio Conte a non cedere alle lusinghe del signor Aurelio lo scorso autunno. Nell’ambiente calcio è chiaro a tutti che venire a Napoli significa essere a completa disposizione di De Laurentiis. Subalterni a lui. E non è vero che è stato sempre così. Prima a Napoli gli allenatori godevano di tanta libertà, secondo alcuni persino troppa. De Laurentiis seguiva ma da una distanza che adesso è scomparsa. Ora la sua è una presenza fissa, incombente. E invadente.
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