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Juan Jesus-Acerbi, questo non è calcio: il concetto di tifo tossico

NAPLES, ITALY - FEBRUARY 21: Juan Jesus of SSC Napoli looks on during the UEFA Champions League 2023/24 round of 16 first leg match between SSC Napoli and FC Barcelona at Stadio Diego Armando Maradona on February 21, 2024 in Naples, Italy. (Photo by Jonathan Moscrop/Getty Images)

Prima di iniziare la lettura di questo articolo, vi chiedo il piacere di togliervi da dosso la maglia della squadra che tifate, di qualsiasi colore, azzurro, bianconero, giallorosso o nerazzurro. Nel mondo del calcio, se di questo possiamo ancora parlare, accadono troppo spesso cose che con questo sport hanno troppo poco a che fare. In generale, nella vita di tutti i giorni, è inammissibile leggere quasi ogni giorno di scene di scorrettezza e di mancanze di rispetto verso le origini di una persona, che ha l’unica colpa di essere Uomo.

Juan Jesus-Acerbi, questo non è calcio: il concetto di tifo tossico

Il caso scoppiato tra Juan Jesus e Acerbi, nel corso del match tra Napoli e Inter, è solo la punta dell’iceberg di un sistema che sta crollando come fece il leggendario Titanic, con gravi errori etici, umani e di comunicazione. Negli ultimi giorni, il mondo del calcio ha parlato tanto, e giustamente, di quanto accaduto nella parte finale del match di San Siro, con i social che sono letteralmente impazziti, con i tifosi di tutte le piazze che hanno detto la loro, dimenticando la premessa iniziale di questo articolo: eliminare le sciarpe di calcio dalle opinioni.

Soprattutto in Italia, esiste questo chiaro concetto di tifo tossico che acceca le persone, sempre pronte a difendere la propria squadra a spada tratta solo perchè la si supporta: ciò non permette mai di avere una visione totale di quello che accade nel mondo. Un tifoso dell’Inter non può giustificare Acerbi solo perchè nerazzurro, un tifoso del Napoli non può inveire nei confronti di tutto il sistema calcio solo per favorire bizzarre teorie del complotto anti meridionali. Ciò che è successo dovrebbe uscire dagli ideali sportivi nei quali crediamo, cercando di avere una visione più oggettiva possibile che in questo caso fa riferimento al totale razzismo da parte dell’ex Lazio.

Il concetto di tifo tossico si è allargato oltre il mondo del calcio, visto che un individuo cerca ormai di sfogare la propria frustrazione schierandosi per forza in una fazione avversaria ad un’altra: l’esempio più lampante avvenuto nel corso degli ultimi mesi è ciò che è accaduto a Sanremo, con l’intera penisola che si è schierata, chi dalla parte di Geolier e chi dalla parte di Angelina, quando entrambi gli artisti non avevano alcuna intenzione di innalzare un polverone del genere. Se riflettiamo un minuto in più sui fatti di cronaca che avvengono nel nostro paese, possiamo riuscire ad evitare ciò che accade, purtroppo ogni giorno.

Aspettando la sentenza su Acerbi, abbiamo il tempo di riflettere su quello che è accaduto, visto che solo con una visione oggettiva possiamo evitare delle opinioni troppo superficiali rispetto all’argomento che stiamo trattando: non confondiamo il razzismo con l’ignoranza. Molto probabilmente il difensore dell’Inter verrà pesantemente squalificato, visto che continua incredibilmente a negare, male, quanto accaduto: la speranza, per la quale non ci sono in realtà grandi possibilità, è che nel momento della sentenza i tifosi di tutto il mondo smettano di essere tali, ma inizino ad essere umani, persone con un’opinione giusta dal punto di vista etico e che non si lascino abbindolare da fedi calcistiche, visto che accadono episodi che, purtroppo, col calcio hanno davvero poco a che fare.

Mario Di Domenico

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