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Sir Claudio Ranieri, l’ultimo signore di un calcio che non esiste più

Giovedì 23 maggio è andata in scena l’ultima partita di Claudio Ranieri sulla panchina del Cagliari, mettendo fine ad una meravigliosa carriera da allenatore che ha regalato agli amanti del calcio momenti davvero emozionanti, come il miracolo del Leicester in Premier League, la standing ovation dello Stadio Olimpico da parte dei tifosi della Roma, la recente promozione in Serie A all’ultimo secondo con il Cagliari nella passata stagione.

Sir Claudio Ranieri, l’ultimo signore di un calcio che non esiste più

Ottenuta l’apposizione di Sir nel 2016 per la leggendaria vittoria già citata con il Leicester, Ranieri rappresenta un modo di affrontare il calcio che ormai non esiste più: l’ultimo portabandiera di uno stile retrò che ormai è completamente opposto a quello attuale. La salvezza del Cagliari è arrivata anche grazie dal legame che i giocatori sono riusciti ad ottenere con lui nel corso del tempo, considerandolo addirittura “come un padre”, come ad esempio ha detto Luvumbo Zito in un’intervista.

Infatti, ad un certo punto della stagione non ha fatto più notizia la capacità del Cagliari di rimontare partite, ormai perse, nei minuti finali del match, in un periodo in cui soprattutto Leonardo Pavoletti ha avuto la capacità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, in quelle occasioni che si creano solo e soltanto perchè tutta la squadra, dai giocatori fino allo staff, ci crede fino in fondo.

Il legame tra Ranieri e squadra lo si può notare anche dal discorso di addio che Ranieri ha fatto a tutto il calcio, e non solo al mondo del Cagliari: “Ricordo quando un anno e mezzo fa ho chiesto aiuto a voi, perchè solo con il vostro supporto saremmo riusciti a fare quello che abbiamo fatto. Voglio dire una cosa importante: dovete stare sempre vicino a questi ragazzi, finché daranno tutto in campo dovete stargli vicino. Potranno sbagliare ma non molleranno mai, cammineranno sempre a testa alta se voi resterete dietro di loro: siete la miglior spinta che un giocatore possa avere. Vi ringrazio davvero con tutto il cuore”.

Questo meraviglioso discorso dovrebbe essere preso in considerazione da tutti i tifosi del mondo, per imparare a stare sempre vicino alla propria squadra del cuore anche se le cose non vanno come magari si desidera. Sir Claudio mai come quest’anno ci fa capire come i valori che un allenatore porta all’interno dello spogliatoio siano forse più importanti della tattica: ricordiamoci che nel corso di questa stagione Ranieri aveva scelto di dimettersi dal ruolo di mister del Cagliari perchè non si sentiva in grado di stare affianco ai suoi ragazzi, i quali hanno categoricamente rifiutato il suo addio perchè “con lei abbiamo iniziato questo percorso e con lei lo finiremo”.

A lasciare il calcio è un uomo, prima che un allenatore che anche volendo non riuscirebbe mai a farsi odiare, perchè Ranieri lo si ama per quello che è e per le emozioni che ha regalato, capace a 72 anni di commuoversi ancora ad un gol o ad un applauso in suo onore, capace di avere una sensibilità bambinesca, ingrediente segreto di un gioco sano, lontano dal marcio che vive e sopravvive ancora nel rettangolo verde. Un’idolo, un’esempio da seguire proprio per il semplice fatto di non essere una superstar, bensì un umile come alla fine è in origine il gioco del calcio, caratteristica per il quale vale la pena raccontare questo meraviglioso sport e questi stupendi personaggi come Sir Claudio Ranieri.

Mario Di Domenico

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