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Napoli-Conte, Capello: “Gli azzurri pensavano di poter vincere senza lottare. Ecco perché Antonio è l’uomo giusto”

Capello

Se c’era bisogno di una scossa, Antonio Conte è l’uomo giusto. Il Napoli è una squadra da ricostruire. Credo che l’ex allenatore di Inter e Juve sia il profilo adatto per riportare nei campioni d’Italia 2022-23 quella voglia di vincere e quella determinazione necessarie per tornare a competere dopo un’annata in cui hanno perso buona parte delle loro certezze. Firmato, Fabio Capello, su Gazzetta dello sport.

Napoli-Conte, Capello: “Gli azzurri pensavano di poter vincere senza lottare. Ecco perché Antonio è l’uomo giusto”

Nella stagione che è appena terminata i giocatori del Napoli si sono adagiati, pensavano di poter dimostrare di essere bravi, di vincere senza lottare. Questa è l’atmosfera generale che ha avvolto la squadra praticamente durante tutto l’arco del campionato. Poi ci sono stati dei problemi particolari, che hanno contribuito a fare quella differenza in negativo che si è vista in campo e in classifica. Stiamo parlando di ben 37 punti e nove posizioni in meno rispetto al trionfo, prosegue l’ex tecnico di Milan, Juve e Real, sulle pagine della rosea.

OSIMHEN E GLI ALTRI – Quest’anno, uno degli aspetti da valutare più seriamente è la stagione di Victor Osimhen. Il centravanti nigeriano prima è stato a lungo assente per la Coppa d’Africa, poi ha avuto altri “problemi”, chiamiamoli così, insomma non è quasi mai riuscito a entrare con la testa giusta in campo, a differenza di quando c’era Spalletti, in cui è stato davvero l’uomo che ha fatto la differenza. Un’altra perdita importante è stata al centro della difesa, con la partenza del coreano Kim. Un elemento fondamentale, che con i suoi recuperi ha spesso consentito alla squadra di non subire gol. Altri giocatori poi hanno reso di meno. È inutile fare dei nomi, parliamo a livello complessivo di una squadra che ha dimostrato di non avere più quell’attenzione e quella rabbia necessarie per risultare vincente in un campionato duro come la nostra Serie A. E concretamente, in campo, si è proprio notata la mancanza della velocità che aveva contraddistinto il gioco di Spalletti.

ORIALI &CO. – Conte, per ciò che ha detto la sua storia, è l’uomo giusto per ridare al Napoli tutto quello che ha perso, e abbiamo visto di quanto si tratti. La domanda a cui è difficile rispondere è se il tecnico salentino riuscirà a convivere con una personalità altrettanto forte come quella del presidente Aurelio De Laurentiis. Molto dipenderà da come sarà la partenza della stagione. Parliamo prima di tutto della campagna acquisti. Al momento è difficile dire come sarà il nuovo Napoli e dove potrà arrivare. Saranno da valutare le richieste che arriveranno al club per Osimhen e Kvaratskhelia, quei giocatori che hanno fatto la differenza nella stagione del terzo scudetto. Soprattutto sul georgiano, pare che Conte si sia esposto giustamente con la proprietà affinché non venga ceduto. Per come conosco Antonio, avrà fatto tutte le valutazioni del caso e capito che nel suo sistema di gioco Kvara può e deve essere strategico. In città è esploso l’entusiasmo come quel 5 luglio 1984, quando arrivò Maradona.

Ma attenzione, Diego era in campo, lui sarà in panchina, non è la stessa cosa. Conte dovrà far sì che la squadra metta in atto quello che lui ha in testa, Maradona col pallone tra i piedi faceva di testa sua. Inventava… Il carisma di Antonio comunque non si discute. E poi l’esperienza: quasi ovunque ha dimostrato il suo valore di tecnico. Farà giocare la squadra con grande attenzione e determinazione.

Si parla già tanto del modulo che sfrutterà al Napoli, 3-4-3, 3-5-2, 4-3-3… Ma per me i numeri contano poco, io sono per l’intelligenza dell’allenatore, che fa giocare la squadra in base agli uomini che ha. Fondamentale anche che il Napoli non avrà le coppe e così Antonio avrà il tempo per lavorare molto più in profondità sulla squadra, sul sistema di gioco, sulla psicologia dei ragazzi. Per finire, importante sarà la figura di Oriali, che Conte ha voluto fortemente. Per intervenire con testa e moderazione su momenti di poco equilibrio e lucidità da parte dello stesso allenatore oppure del presidente. Una squadra vincente si ricostruisce anche così.

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