Gli anni ’80 erano al tramonto. In una domenica di fine agosto del 1989 un siciliano nemmeno troppo giovane, andava verso i 26 anni, viene fatto debuttare da Dino Zoff in Serie A. La maglia è quella della Juventus e l’avversaria è il Bologna. Salvatore Schillaci realizza un sogno che sembrava impossibile e che da lì a qualche mese si moltiplicherà cambiandogli la vita e consegnandolo all’eternità calcistica.
Addio Totò Schillaci, eroe delle “Notti magiche” di Italia ’90
Totò Schillaci, il centravanti palermitano di Juve, Inter e l’eroe delle notti magiche di Italia ’90, è morto. Aveva 59 anni. Era ricoverato dallo scorso 7 settembre al Civico di Palermo, per l’aggravarsi di un tumore di cui era affetto da tempo.
Eppure gli ultimi bollettini medici parlavano di “condizioni in miglioramento”, poi l’improvviso precipitare della situazione e in poche ore il decesso. Così il capocannoniere che ci fece sognare con i suoi sei gol se n’è andato. La camera ardente sarà allestita allo stadio Barbera di Palermo. “Queste malattie non guardano in faccia a nessuno”, aveva detto Totò, commentando la morte di Gianluca Vialli, anche lui morto di quel male bastardo. Schillaci invece, sembrava lo avesse sconfitto, ma invece è tornato più aggressivo di prima ed ha perso la sua partita più importante, quella con la morte.
Se ne va un’icona, un simbolo. Se ne va Salvatore #Schillaci, per tutti Totò. Giocò, tra le altre, per Juve, Inter e Nazionale. In azzurro coi suoi gol aveva infiammato l’Italia per un’estate, quella del mitico Mondiale del 1990: era malato di tumore al colon ed era già stato operato due volte. Aveva vinto tante battaglie, sul campo e fuori, nella sua seconda vita. Una vita al massimo, una vita mai semplice. Il riscatto tramite il calcio, la notorietà planetaria grazie alla rassegna mundial… Questa volta non c’è riuscito. La redazione di SGLR, tutta, si stringe attorno al dolore della famiglia Schillaci.
Andrea Fiorentino
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