Il presidente azzurro interviene agli Stati Generali della Cultura e riflette sul suo doppio percorso tra cinema e sport: “Nulla va lasciato al caso”
Napoli, De Laurentiis: “Il mio successo nel calcio? Merito della disciplina imparata nel cinema”
Aurelio De Laurentiis ha parlato da produttore, da imprenditore, ma anche da presidente del Napoli. Lo ha fatto in occasione dell’evento La grande bellezza per lo sviluppo dell’Italia, prima tappa degli Stati Generali della Cultura organizzati da Il Sole 24 Ore, tenutisi al teatro Bellini di Napoli.
Nel suo intervento, De Laurentiis ha sottolineato come proprio l’esperienza maturata nel mondo del cinema gli abbia dato gli strumenti per affrontare con successo anche la gestione di un club calcistico:
“Ho avuto successo nel Napoli grazie alla disciplina acquisita nel cinema. Perché il cinema ti insegna a vedere il particolare dentro il totale, senza mai lasciare nulla al caso.”
L’industria cinematografica in crisi: “Mancano produttori veri”
Non solo calcio. De Laurentiis ha lanciato un’analisi lucida e anche critica sullo stato dell’industria cinematografica italiana:
“Oggi mancano i produttori indipendenti. Troppi dipendono dalle piattaforme, che quando finanziano un film, poi se ne impadroniscono. Negli Stati Uniti il cinema è stato a lungo l’ambasciatore del Paese nel mondo. Fino agli anni ’90, un Presidente veniva eletto anche col sostegno di Hollywood. Ora è cambiato tutto.”
E ha puntato il dito contro la cattiva gestione dei fondi pubblici post-pandemia:
“Dei 600 milioni stanziati dopo il Covid per il cinema, solo 25 milioni erano destinati all’apertura o all’adattamento di nuove sale. L’anno successivo ne sono stati assegnati altri 25, rimasti inutilizzati. Quest’anno siamo a quota 75 milioni e ancora nulla si è mosso.”
Calcio, cinema e cultura popolare
Il discorso di De Laurentiis torna poi su Napoli e sul suo nuovo allenatore, Antonio Conte:
“Conte è uno che lavora, bisogna ascoltarlo. Amma fatica’. Nessuno ti regala niente. Il calcio, come il cinema, non è un gioco per sé. È un’opera collettiva che deve parlare a tutti.”
Una visione popolare e inclusiva della cultura, sportiva o cinematografica che sia:
“Il cinema non è per pochi eletti. È un ponte. Si lavora per il pubblico, non per sé stessi.”