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Napoli, l’arte della cessione: come De Laurentiis ha trasformato il mercato in un vantaggio competitivo per il club

Il Napoli vende, incassa e vince: la strategia De Laurentiis è un caso di successo

Da figura spesso discussa e criticata a presidente osannato dai principali media italiani: Aurelio De Laurentiis ha conquistato anche gli scettici. Il presidente del Napoli, inizialmente considerato un personaggio controverso nel panorama calcistico nazionale, è oggi oggetto di un crescente coro di elogi.

Napoli, l’arte della cessione: come De Laurentiis ha trasformato il mercato in un vantaggio competitivo per il club

La Gazzetta dello Sport lo celebra per una dote in particolare: la capacità di vendere bene. Un’abilità che, nel calcio moderno, può valere tanto quanto saper acquistare.

La sua ultima mossa? La cessione di Victor Osimhen, preceduta a gennaio da quella – ancor più audace – di Khvicha Kvaratskhelia, avvenuta mentre il Napoli era ancora in piena corsa scudetto. Due nomi che si aggiungono a una lunga lista di grandi ex, da Higuaín a Cavani, da Koulibaly a Kim, passando per Jorginho, Lavezzi, Fabian Ruiz, Insigne e Mertens.

La filosofia De Laurentiis: vendere senza rimpianti

Dal giorno in cui ha rilevato il Napoli dalle ceneri del fallimento, nel 2004, De Laurentiis ha costruito la sua gestione su un principio ben preciso: nessun calciatore è intoccabile. L’affetto non deve mai compromettere la visione economica e sportiva del club. Un approccio che, se da un lato può sembrare freddo o spietato, ha dimostrato negli anni la sua efficacia.

“Vendere è un’arte”, scrive Stefano Agresti sulla Gazzetta dello Sport. Ma è un’arte che pochi sanno padroneggiare come De Laurentiis, che nel tempo ha affinato una strategia chiara: massimizzare il valore dei propri asset (i giocatori) senza farsi schiacciare dall’urgenza del risultato immediato.

I risultati parlano chiaro: due scudetti grazie alle cessioni

La stagione 2022/2023, conclusa con il terzo scudetto nella storia del club, è stata emblematica. Il Napoli di Spalletti ha trionfato proprio nell’anno in cui sono stati ceduti Koulibaly e Fabian Ruiz, mentre altri simboli storici come Insigne e Mertens hanno lasciato a parametro zero. Il successivo successo con Antonio Conte, nonostante l’addio di ulteriori colonne portanti, ha consolidato una verità sempre più evidente: il Napoli non si indebolisce con le cessioni, ma rinasce ogni volta con nuova forza.

Costruire valore, non solo risultati

La forza del progetto Napoli non risiede solo nella capacità di vendere a cifre elevate, ma nel modo in cui quei proventi vengono reinvestiti. Ogni cessione, apparentemente rischiosa, ha aperto lo spazio per scelte coraggiose ma mirate. Kvaratskhelia e Kim sono solo due dei tanti esempi di talenti scoperti e valorizzati in tempi record.

De Laurentiis non si limita a fare plusvalenze: crea cicli. Ogni stagione rappresenta un nuovo laboratorio di idee, con uno sguardo sempre più orientato a una sostenibilità economica che non penalizza, ma alimenta la competitività sportiva.