Il Napoli 2.0 targato Antonio Conte cade all’esordio stagionale. Un ko per 0-2 contro l’Arezzo, formazione di Serie C, che non preoccupa né l’allenatore né l’ambiente, ma che offre spunti interessanti per valutare lo stato fisico e tattico della squadra, alla luce dei durissimi carichi di lavoro imposti fin dai primi giorni di ritiro.
Napoli, la fatica prima del gioco: Conte vara il suo nuovo Napoli, ma l’amichevole con l’Arezzo evidenzia le tossine
Il peso della preparazione: intensità e fatica sopra ogni cosa
Amma faticà. Again. Non è un mistero: i ritiri estivi di Conte sono celeberrimi per l’intensità. Allenamenti doppi, ritmi serrati, attenzione maniacale a ogni dettaglio fisico e mentale. A Dimaro, la squadra è apparsa appesantita, ingolfata da una mole di lavoro che non ammette scorciatoie. Una scelta coerente con la filosofia del tecnico, che punta a costruire una squadra solida nel lungo periodo, piuttosto che brillante nel breve.
Il risultato negativo, maturato contro una squadra di due categorie inferiori, non sorprende gli addetti ai lavori, consapevoli che l’obiettivo di queste prime uscite non è il risultato, ma la tenuta e l’assimilazione dei nuovi principi di gioco.
De Bruyne e Lang: talento in fase di rodaggio
Tra i nomi più attesi, Kevin De Bruyne ha vissuto un debutto interlocutorio. Il belga, apparso fuori condizione, ha comunque messo in mostra un paio di lampi che bastano a confermare l’intuizione tattica del club: la qualità c’è, ora va sostenuta dal fisico. Stesso discorso per Noa Lang, che alterna giocate di alto livello a evidenti difficoltà atletiche, ma lascia intravedere le sue potenzialità all’interno del sistema di Conte.
De Bruyne ha comunque creato le due uniche vere occasioni del primo tempo con altrettante conclusioni pericolose: seppur opaco, resta il faro tecnico della nuova squadra.
I nuovi: buoni segnali da Beukema, Marianucci e Lucca
Conte sta cercando di integrare i nuovi arrivi con gradualità. Tra questi, Beukema e Marianucci si sono messi in evidenza per determinazione e tenuta difensiva, mentre Lorenzo Lucca, centravanti dotato di una struttura fisica importante, ha provato a reggere il peso dell’attacco ma ha sofferto, comprensibilmente, sul piano dinamico. Anche per lui, il percorso di adattamento sarà centrale nei prossimi mesi.
Meccanismi e identità: il tempo è il primo alleato
Le sensazioni, nel complesso, restano positive e coerenti con il progetto tecnico. Conte ha la squadra campione d’Italia, ma ha sin da subito chiarito l’intenzione di costruire un gruppo più competitivo e più profondo nel suo nuovo corso. Le prime settimane saranno dedicate non solo all’assetto fisico, ma anche all’instaurazione di un’identità tattica chiara, un marchio di fabbrica imprescindibile per il tecnico salentino.