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Quando lo stadio sostituisce l’ambulatorio: nel Regno Unito il calcio entra tra le terapie per la salute mentale

Nel Gloucestershire, contea dell’Inghilterra sud-occidentale, la prossima stagione calcistica porterà una novità inedita anche in ambito sanitario: i medici di base potranno prescrivere biglietti gratuiti per le partite di calcio ai pazienti con forme lievi o moderate di depressione.

Quando lo stadio sostituisce l’ambulatorio: nel Regno Unito il calcio entra tra le terapie per la salute mentale

Il club coinvolto è il Forest Green Rovers, formazione militante nella National League, la quinta divisione inglese.

L’iniziativa si inserisce nei cosiddetti programmi di “prescrizione sociale” (social prescribing), già adottati in diverse aree del Regno Unito. Si tratta di interventi non farmacologici pensati per combattere il disagio psicologico e la solitudine attraverso attività comunitarie: dall’orticoltura alla danza, fino ad arrivare oggi anche al calcio.

Il calcio come strumento di inclusione e connessione sociale
Secondo il dottor Michael Opher, medico di base dal 1995 e promotore dell’iniziativa, la chiave di questo approccio è nel valore esperienziale della partita:

“Il calcio non è la soluzione per tutti, ma serve un ventaglio di opzioni. È un’esperienza sociale, ti coinvolge, ti fa provare emozioni, ti fa sentire parte di qualcosa. Per qualche ora, ti stacchi dalla tua realtà personale e partecipi a un rito collettivo. Guardare una partita può davvero ricreare un senso di comunità”.

Opher sottolinea inoltre come l’isolamento sociale sia oggi uno dei principali fattori di rischio per la salute mentale. Le trasformazioni sociali degli ultimi decenni — dalla riduzione delle famiglie estese alla scomparsa di spazi comunitari tradizionali come i pub — hanno contribuito a una crescente solitudine, accentuata anche dalla presenza massiva dei social media.

La realtà dei numeri: tra antidepressivi e soluzioni alternative
Nel Regno Unito oltre 9 milioni di persone assumono antidepressivi, un dato in crescita costante. Tuttavia, la sola terapia farmacologica non è sempre efficace.
Un recente studio condotto su quasi 2.000 pazienti ha mostrato che chi partecipa ai programmi di prescrizione sociale riduce in media del 40% il ricorso al medico di base, suggerendo un impatto positivo sul benessere complessivo.

Il limite, però, è metodologico: è difficile quantificare con precisione l’efficacia di ogni attività, proprio per la varietà delle proposte. Ma ciò non ha frenato l’espansione del modello.

Forest Green Rovers: tra sostenibilità e spirito comunitario
Il Forest Green Rovers è una società nota non solo per la militanza nelle leghe inferiori inglesi, ma anche per il suo impegno ambientale: è infatti riconosciuto come il primo club calcistico vegano e carbon neutral al mondo. Anche per questo è stato scelto come partner ideale per l’iniziativa, offrendo un contesto non solo sportivo ma anche coerente con uno stile di vita attento al benessere.

Va detto, tuttavia, che i risultati sportivi della squadra non sono stati sempre confortanti. Dopo due retrocessioni consecutive e l’eliminazione ai playoff contro il Southend United, il club ha recentemente cambiato allenatore. Ma come precisa con ironia lo stesso Opher,

“Forse la squadra non porta sempre gioia, ma l’esperienza condivisa dello stadio può offrire un conforto reale”.

Una medicina che non si prende con l’acqua
Secondo Opher, la farmacoterapia resta essenziale nei casi più gravi, ma molti pazienti non rispondono adeguatamente ai trattamenti tradizionali:

“In tanti casi, le pillole non bastano. Molti pazienti tornavano senza miglioramenti. Non avevamo altre opzioni da offrire. Ora sì”.

L’esperimento del Gloucestershire potrebbe fare da apripista per un modello terapeutico più umano, integrato e sociale, in cui il calcio, da semplice passatempo, diventa parte di un percorso di cura.

Nel frattempo, tra le tribune dello stadio del Forest Green, i pazienti potranno ritrovare — tra una partita e un hot dog vegano — quel senso di appartenenza spesso perso nel silenzio della solitudine.