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Atalanta, caso Lookman: niente svincolo e stipendio a rischio. Ecco cosa prevede davvero l’articolo 17 FIFA

Alessandro Sabattini- Getty

Il caso Ademola Lookman si fa sempre più spinoso. L’attaccante nigeriano, dopo aver dichiarato pubblicamente la sua intenzione di chiudere l’esperienza con l’Atalanta, è letteralmente scomparso: da due giorni non si presenta al centro sportivo di Zingonia, ha rimosso ogni riferimento alla Dea dai propri canali social e secondo indiscrezioni avrebbe già svuotato il proprio armadietto.

Atalanta, caso Lookman: niente svincolo e stipendio a rischio. Ecco cosa prevede davvero l’articolo 17 FIFA

Mentre l’Inter osserva l’evolversi della situazione, si è tornati a parlare di una possibile rescissione unilaterale del contratto, ventilata dal procuratore Andrea D’Amico. Il riferimento sarebbe al “caso Diarra”, che in passato fece giurisprudenza sul tema. Tuttavia, questa ipotesi appare poco percorribile sia sul piano normativo sia su quello pratico.

Articolo 17 FIFA: quando è possibile la rescissione unilaterale
L’articolo 17 del Regolamento FIFA sullo Status e il Trasferimento dei Calciatori disciplina la risoluzione unilaterale dei contratti, ma stabilisce regole molto rigide. Un calciatore può sì sciogliere il legame con la propria società versando un’indennità economica, ma solo in presenza delle seguenti condizioni:

Durata del contratto: devono essere trascorsi almeno tre anni dalla firma se il calciatore aveva meno di 28 anni al momento della sottoscrizione.

Lookman firmò il 4 agosto 2022, quando aveva 25 anni. Sono passati solo due anni, dunque il primo requisito non è soddisfatto.

Restrizione territoriale: il calciatore che si libera unilateralmente non può tesserarsi con un club dello stesso Paese per la stagione successiva.

In questo caso, l’Inter non potrebbe ingaggiarlo, rendendo nullo ogni vantaggio potenziale per il giocatore.

Tempistiche di comunicazione: la volontà di rescindere deve essere notificata entro 15 giorni dall’ultima gara ufficiale disputata dal club.

Per l’Atalanta, l’ultima partita è stata disputata entro fine maggio: il termine era il 9 giugno. Anche questa finestra temporale è scaduta.

In definitiva, Lookman non può avvalersi dell’articolo 17 per svincolarsi e firmare con l’Inter. Il paragone con il caso Diarra, dunque, non regge: quello fu un caso isolato, con peculiarità giuridiche e contrattuali non applicabili alla situazione attuale.

La posizione dell’Atalanta: verso la sospensione dello stipendio
Se da un lato lo svincolo è escluso, dall’altro cresce il malumore in casa Atalanta per l’assenza ingiustificata del giocatore. La società non ha ancora intrapreso azioni disciplinari formali, ma potrebbe farlo a breve.

Il contratto collettivo firmato tra Lega Serie A e Associazione Italiana Calciatori (AIC) prevede infatti la possibilità di sospendere la retribuzione di un calciatore che non si presenta agli allenamenti dopo tre convocazioni distanziate di almeno 48 ore ciascuna nell’arco di sette giorni.

Ad oggi, Lookman ha disertato due convocazioni. Se dovesse mancare anche alla terza, l’Atalanta potrebbe procedere con la sospensione dello stipendio, sia per la parte fissa sia per quella variabile.

Un provvedimento legittimo, previsto dal regolamento, che non esclude ulteriori conseguenze disciplinari o legali se la situazione dovesse protrarsi.