Manuel Locatelli si prepara a vivere la quinta stagione consecutiva con la Juventus, vestendo nuovamente la fascia da capitano. Intervistato in esclusiva da Sky Sport, il centrocampista bianconero ha fatto il punto sulla preparazione estiva, sul gruppo squadra e sulle sfide che attendono i campioni d’Italia.
Juventus, Locatelli: “Carichi e pronti a lottare. Sfiderò Modric e De Bruyne con orgoglio”
“Domenica riparte il campionato e siamo carichi, pieni di energia”, ha esordito Locatelli. “La scorsa stagione è stata lunga, ma abbiamo fatto una preparazione intensa, anche in Germania, e ora ci sentiamo pronti”. Il centrocampista ha sottolineato l’importanza del lavoro quotidiano: “Il mister Tudor ci chiede intensità e disciplina, ma conosce il DNA della Juventus. Partiamo da una buona base”.
Il ruolo da capitano e la scorsa stagione
Locatelli ha ricordato il momento chiave della stagione precedente, quando ha segnato il rigore decisivo a Venezia che ha garantito la qualificazione in Champions League: «Quel pallone pesava, ma da capitano devi assumerti la responsabilità. Ora davanti a noi c’è una nuova stagione con nuovi obiettivi».
Obiettivi e spirito di squadra
«In Juventus si lavora sempre per ottenere il massimo in ogni competizione», ha spiegato. «Ci sono grandi squadre davanti e accanto a noi, ma non dobbiamo fare calcoli: bisogna lavorare duramente, seguendo il DNA di questa società». Locatelli ha inoltre parlato del gruppo: «Abbiamo grandi compagni, i nuovi si sono integrati bene e lo spirito di squadra è fondamentale. Bremer è tornato ed è un rinforzo importante».
Sfide a centrocampo
Con l’arrivo di Luka Modric e Kevin De Bruyne, Locatelli non nasconde l’ammirazione per due campioni mondiali: «Affrontarli è un onore. Ho già avuto modo di scambiare qualche parola con loro e ogni confronto è un’occasione di crescita. Ci sarebbero tantissime cose da imparare».
La promessa ai tifosi
«La promessa è chiara: qui si lavora, si suda e si pedala. Daremo il massimo in campo», ha concluso Locatelli. «Non servono altre parole se non quella determinazione che appartiene al DNA della Juventus».