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CorSport – Napoli, Hojlund è l’uomo giusto nel posto giusto! Tutte le cifre dell’affare…

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CorSport – Napoli, Hojlund è l’uomo giusto nel posto giusto! Tutte le cifre dell’affare…

Rasmus Hojlund è l’uomo giusto che arriva nel posto giusto, al momento giusto: il Napoli ha perso Lukaku 18 giorni e due partite fa, il 18 settembre esordirà in Champions inaugurando un periodo di impegni a perdifiato e in calce alle due vittorie contro Sassuolo e Cagliari ci sono le firme di McTominay, De Bruyne e Anguissa. Ovvero: tre centrocampisti. A una squadra piena di qualità in mediana e sulla trequarti, dotata di un’organizzazione difensiva invidiabile e di un equilibrio a prova di terapeuta, mancava proprio un centravanti giovane, affamato e di calibro internazionale per colmare l’improvvisa voragine creata dall’infortunio di Lukaku; completare la coppia con Lucca; e soprattutto per rialzare un livello offensivo crollato fino ai limiti dell’inadeguatezza, in rapporto al numero e al livello degli impegni e degli avversari in arrivo dalla sosta in poi. Serviva una risposta perentoria e prepotente e il Napoli l’ha fornita da grande club con un investimento da 45 milioni complessivi per un cavallo di razza di 22 anni: 5 per il prestito, 40 per il riscatto che diventerà obbligatorio con la qualificazione alla prossima Champions. Contratto da 5 anni più uno, clausola rescissoria da 90 milioni valida dal 2027: considerando l’età e i termini contrattuali, l’idea è stata quella di assicurarsi il futuro. Oltre al presente, of course.

Hojlund è la miglior soluzione possibile in rapporto ai tempi strettissimi, alla penuria di alternative all’altezza sul mercato e a tutte le variabili innescate dall’uscita di scena di Romelu: potenziale, prospettive, valori, esperienza, caratteristiche. Rasmus, dicevamo, è giovanissimo – compirà 23 anni il prossimo 6 febbraio – ma ha esperienza di Serie A maturata nel 2022-2023 con l’Atalanta e le ultime due stagioni le ha trascorse in Premier con lo United. A Old Trafford, in mezzo al caos: una cattedrale e soprattutto una situazione ambientale ai limiti della crisi di nervi in cui sei costretto a crescere in fretta. Hojlund è partito bambino, un bambino d’oro da 78 milioni di euro, ed è tornato giovane uomo. Affamato e consapevole che Napoli, per lui, è davvero la grande occasione per compiere il salto di qualità rimandato a Manchester: una prima stagione di un certo livello da compagno di McTominay, con 16 gol tra Premier (10), Champions (5) e coppe varie (1), e l’ultima a navigare come tutti i suoi compagni in mezzo a un mare agitatissimo di problematiche d’ogni tipo. Con 10 gol in carnet (4 in Premier, 6 in Europa League). In sintesi? Napoli e Hojlund sembrano fatti per stare insieme.

Da un punto di vista tecnico, Hoj ha caratteristiche perfette per il calcio di Conte: aggressivo, rapido, veloce, lottatore, gran fisico, intenso nelle pressioni e in una fase difensiva migliorata a scuola di Gasp (uomo contro uomo). In carriera non vanta un patrimonio di gol di testa, d’accordo, ma sa riempire l’area, giocare per la squadra e soprattutto attaccare spazi e profondità. Funzionerà nel tridente e da riferimento con i Fab Four: cambia poco. Il Napoli, con lui, ne guadagna in soluzioni, a patto che oltre al gioco e al sacrificio arrivino i gol. Un bel po’.
Più di quanto il suo storico non dica.
L’esigenza numero uno resta ancora quella emersa impietosa nella stagione precedente, conclusa con lo scudetto ma anche con il sesto attacco del campionato: strano ma vero. Come se non bastasse, il miglior cannoniere della squadra è fuori causa e Lucca, appena acquistato, sta scontando un normalissimo periodo di assestamento dopo la scossa del passaggio dall’Udinese ai campioni e al Maradona. Tutto il peso dell’attacco è finito sulle spalle di Lorenzo e tra il Sassuolo e il Cagliari, probabilmente, ha pagato un po’ pegno: niente paura, ha qualità che verranno fuori. E così l’arrivo di Hojlund, a disposizione contro la Fiorentina dopo la sosta, farà bene alla squadra e anche a lui: responsabilità condivise e sana concorrenza che aiuta tutti. Nel nome del bene comune e supremo: il gol.

Carlo Gioia