Il Napoli riparte da dove aveva lasciato: una difesa impenetrabile, vero marchio di fabbrica di Antonio Conte.
Napoli, la muraglia di Conte: difesa da record e numeri da scudetto
Dopo aver conquistato il tricolore con appena 27 gol subiti lo scorso anno – miglior retroguardia in Serie A e in Europa – gli azzurri mostrano numeri ancora più impressionanti in questo avvio di stagione, riporta il Corriere dello sport.
Numeri che parlano: xG ai minimi storici
Due partite, zero gol incassati, appena 17 tiri concessi. Ma il dato che più colpisce è quello relativo agli xG/tiro (expected goals per conclusione): lo scorso anno era 0,08, ora è sceso a 0,05, segno che i tiri subiti hanno una pericolosità quasi nulla. L’xG complessivo per partita è di 0,46, contro lo 0,81 della stagione scorsa.
Tradotto: il Napoli concede poco e quel poco difficilmente si trasforma in un’occasione reale. Contro Sassuolo e Cagliari, Meret ha vissuto due gare di ordinaria amministrazione.
Il modello Conte: prima non prenderle
“Prima non prenderle” è stato il mantra di Conte sin dalla presentazione a Napoli. Lo era alla Juve dei record e lo è stato anche altrove. L’allenatore ha modellato una squadra che difende in undici:
Gli attaccanti sono i primi difensori;
Politano lavora a tutta fascia;
Lobotka si sacrifica come mediano aggiunto;
I terzini entrano dentro al campo in fase di costruzione, ma restano attenti in marcatura.
Il sistema può variare, ma l’idea resta immutata: equilibrio e compattezza, anche nei momenti di difficoltà.
Gli uomini chiave della retroguardia azzurra
Dal portiere Meret, protagonista degli ultimi due scudetti, al nuovo arrivato Milinkovic-Savic; da Rrahmani, leader del reparto, a Buongiorno, acquisto prezioso; passando per Juan Jesus, jolly sempre utile.
Quest’anno Conte potrà contare anche su:
Beukema (30 milioni dal Bologna),
il giovane Marianucci (in crescita dopo l’arrivo dall’Empoli),
i consolidati Di Lorenzo, Olivera e Spinazzola,
e presto Gutierrez.
Senza dimenticare la fisicità di Anguissa e il contributo delle punte, spesso decisive in fase di non possesso.
Una difesa che è un progetto di squadra
La solidità non è frutto dei soli difensori, ma di un’idea collettiva che permea tutta la squadra. Ogni reparto contribuisce a proteggere la porta, e l’identità tattica resta chiara anche nei cambi di modulo.