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CorSport – Napoli, per Conte è il momento della verità

CorSport – Napoli, per Conte è il momento della verità

Lo ha detto Conte: è il momento della verità. E sebbene la stagione sia appena iniziata, sembra la definizione più adatta a inquadrare il periodo: da quando è lui l’allenatore, la squadra non ha mai affrontato la gestione psicofisica del doppio impegno ravvicinato. O meglio: nella stagione precedente ha giocato tre turni di Coppa Italia e sia nei sedicesimi vinti contro il Palermo sia negli ottavi persi con la Lazio è stato un turnover totale. Dieci su undici la prima volta, undici su undici la seconda. Antifona chiara, vero? Quella cominciata ieri con il viaggio verso Firenze, invece, non può essere raccontata semplicemente come la vigilia di Fiorentina-Napoli: è piuttosto la lunga anticamera di sei giorni di calcio di altissimo livello tra campionato e Champions in cui Conte, giocoforza, dovrà dosare forze, energie e uomini. Un’esigenza nuovissima: non per lui, ci mancherebbe, ma per il suo Napoli. Dicevamo: la squadra andrà in scena oggi al Franchi, alle 20.45, e giovedì alle 21 (italiane) a Etihad contro il Manchester City. Una prima di coppa da urlo contro Donnarumma, Rodri e Haaland ma anche un’accoppiata tremenda tra le spire di Pioli e quelle di Guardiola. L’idea è che i brividi del romantico ritorno a casa di De Bruyne andranno via presto anche dalla pelle di Kevin: serviranno muscoli, nervi e cuore d’acciaio. E scelte chirurgiche.

In mezzo? Spostamenti in treno e in aereo, andata e ritorno in ventiquattro o quarantotto ore, allenamenti a perdifiato e chissà quante possibilità di riposare con una partita ogni tre giorni sul carnet. Per la precisione, fino alla prossima sosta di ottobre il Napoli giocherà sei volte in ventidue giorni: per cominciare Viola e City, e a seguire Pisa in campionato, lunedì 22 settembre al Maradona (20.45); trasferta a San Siro contro il Milan domenica 28 settembre (20.45), un grande classico di Serie A; mercoledì 1° ottobre secondo round di coppa con lo Sporting Lisbona al Maradona (21); e in sequenza, domenica 5 ottobre (18), bis di campionato in casa contro il Genoa. Pausa. Con la verità in tasca, probabilmente.

Il Napoli scoprirà subito una serie di cose: intanto l’attitudine collettiva al doppio impegno dopo un anno di settimane tipo e allenamenti di un certo tipo (super intensi); le risposte atletiche e fisiche ma anche mentali, carattere e personalità; il turnover e l’utilizzo che Conte ne farà, considerando che per ovvie questioni legate alla condizione e alla prevenzione degli infortuni non sarà possibile insistere sugli stessi giocatori con tanti impegni così ravvicinati. Lo scorso campionato e il dualismo con l’Inter, del resto, hanno confermato una volta di più quanto condizione e brillantezza facciano la differenza a prescindere dalla profondità della rosa. Che tra l’altro è fondamentale e irrinunciabile per competere a questi livelli: e infatti, questo famigerato momento che sta per cominciare racconterà la verità anche sul mercato, sulla carta di assoluto livello.

Conte ha avuto quasi tutte le alternative che servivano per migliorare in qualità e numeri un gruppo troppo indietro rispetto alle reduci dalla doppia e tripla competizione, e le avrebbe avute tutte se non fosse arrivato l’infortunio di Lukaku. «Ci ha condizionato», ha detto ieri il tecnico. Già. E forse ha orientato il domani: Hojlund, 22 anni, potrebbe diventare il centravanti del futuro. Le aspettative sono molto alte: non è un caso che Rasmus insidi Lucca (amichevolmente) per cominciare già oggi dal primo minuto contro la Fiorentina. Sono le leggi delle grandi squadre. Ma tanto, nei prossimi ventidue giorni, ci sarà spazio per tutti.

Carlo Gioia