Il Corriere dello Sport ha dedicato l’edizione odierna al capitolo economico della Champions League, analizzando nel dettaglio i premi e gli introiti che i club possono ottenere in base ai risultati. Un quadro che rende evidente quanto la massima competizione europea sia non solo il palcoscenico calcistico più prestigioso, ma anche una fonte fondamentale di ricavi per le società partecipanti.

Dalla fase a gironi alla finale: il montepremi UEFA e le prospettive del Napoli

La quota fissa per la semplice partecipazione alla league phase ammonta a 18,62 milioni di euro, a cui si sommano i bonus legati ai risultati: 2,1 milioni per ogni vittoria e 750 mila euro per ogni pareggio. Ulteriori premi sono riservati alla posizione in classifica: chi chiude tra le prime otto riceve 2 milioni extra, mentre chi si piazza dal 9° al 16° posto ne ottiene 1. C’è poi una quota aggiuntiva proporzionale alla posizione finale: si parte da 9,6 milioni per il primo posto fino a 270 mila euro per l’ultimo, con un incremento di 270 mila euro per ogni posizione scalata.

Il percorso successivo prevede cifre ancora più rilevanti: l’accesso agli spareggi vale 1 milione, la qualificazione agli ottavi di finale porta in cassa 11 milioni, i quarti 13, e le semifinali 15. Le due finaliste si assicurano 18,5 milioni ciascuna, mentre chi conquista il trofeo aggiunge un bonus finale di 6,5 milioni. Un meccanismo complesso e articolato, che comprende anche la ripartizione dei ricavi commerciali e televisivi. Per questo motivo, ogni punto conquistato e ogni turno superato hanno un peso enorme non solo sul piano sportivo, ma anche su quello finanziario. Il Napoli di Antonio Conte debutterà giovedì sera all’Etihad Stadium contro il Manchester City di Guardiola, pronto a inseguire un risultato che potrebbe valere doppio: prestigio e risorse economiche.

Andrea Alati